Trochèo

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trocheo


trochèo agg. e s. m. [dal lat. trochaeus, gr. τροχαῖος, propr. «corrente, svelto», der. di un tema affine a τρέχω «correre»]. – 1. Nella metrica classica, piede di ritmo discendente formato da una sillaba lunga e una breve (–⌣): l’unità di misura dei metri trocaici è il metro o dipodia (detta ditrocheo): –́⌣–⌣. Normalmente il trocheo ammette la sostituzione nelle sedi pari con lo spondeo (–́⌣––), in tutte le sedi col tribraco (⌣⌣⌣–́⌣, ecc.). Il verso trocaico principale è il tetrametro trocaico catalettico (–́⌣–́⌣̅–́⌣–́⌣̅–́⌣–́⌣̅–́⌣⌣̲), usato, nella poesia greca, dai giambografi e, insieme al trimetro giambico, nelle parti recitate del dramma. Altri versi trocaici sono il dimetro (–́⌣–́⌣–́⌣–́⌣) e il dimetro catalettico, o euripideo o lecizio (–́⌣–́⌣̅–́⌣⌣̲́). Per la cesura dopo il 3° trocheo (detta anche semplicem. trocaica), nell’esametro dattilico, v. cesura. 2. Per analogia, nella metrica italiana, successione di una sillaba accentata e di una atona.