tribunale s. m. [dal lat. tribunal -alis, dapprima tribunale, neutro sostantivato d’un agg. tribunalis «di tribuno, dei tribuni»]. – 1. In origine, e anche oggi in determinate espressioni, il luogo dove viene amministrata la giustizia, dove i giudici esercitano il loro ufficio: stare, sedere in t. (in senso fig., sedere in t., esercitare l’ufficio, la funzione di giudice). Con sign. più ampio e com., l’edificio destinato a sede degli organi giudiziarî, cioè il palazzo di giustizia: andare in t. (o al palazzo del t.); le sale, i corridoi del t.; gli uscieri del t.; ci siamo incontrati in t.; sono stato tutta la mattinata in tribunale. 2. In senso ampio e generico, l’autorità che amministra la giustizia: portare avanti al t., citare in giudizio. 3. In senso stretto e specifico, organo collegiale giudicante con varia giurisdizione e competenza: a. Nell’ordinamento giudiziario italiano, l’organo che esercita la giurisdizione civile (t. civile, e sezioni civili del t.) e penale (t. penale, e sezioni penali del t.) in primo grado. Organi particolari sono il t. per i minorenni, costituito in ogni sede di corte d’appello o di sezione di corte d’appello con giurisdizione in materia penale, civile e amministrativa sui minorenni; il t. amministrativo regionale (TAR), costituito in ogni capoluogo di regione come organo di giustizia amministrativa di primo grado, con competenza di legittimità e di merito, nell’ambito regionale (quello di