Tecnopègnio

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tecnopegnio


tecnopègnio-pèn’n’o〉 s. m. [dal gr. tardo τεχνοπαίγνιον (propr. «gioco d’arte», comp. di τέχνη «arte» e παίγνιον «gioco, passatempo») che compare, nell’adattamento lat. Technopaegnium, come titolo di un poemetto di Decimo Magno Ausonio, nel quale peraltro il gioco consiste nel far cominciare e terminare gli esametri con un monosillabo] (pl. i tecnopègnia). – Nome con cui si designano i carmi figurati venuti in uso con l’età alessandrina, i quali, con la diversa lunghezza e disposizione dei versi, imitano la forma di determinati oggetti; se ne hanno esempî anche in componimenti prosastici, per es. in epigrafi.