Strato

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strato


s. m. [dal lat. stratum, neutro sostantivato di stratus, part. pass. di sterněre «distendere»]. – 1. ant. a. Tappeto o drappo che si stende in terra in segno d’onore: Già il mobile de’ seggi ordine augusto Sovra i tiepidi s. in cerchio volge (Parini); il termine sopravvive ancora oggi in alcune località per indicare i tappeti delle chiese. b. Letto. 2. Quantità di materia omogenea, di vario spessore, distesa uniformemente sopra una superficie in modo da ricoprirla: uno s. denso, spesso, sottile; uno s. d’intonaco, di cemento, di gesso steso sopra una parete; uno s. di smalto, di vernice; sopra i mobili c’era uno s. di polvere e di calcinaccio alto un dito; il terreno era coperto da un soffice s. di foglie; la strada era resa scivolosa da uno s. di ghiaccio; spalmare sul pane uno s. di burro, di marmellata; ricoprire la torta con uno s. di panna montata; più genericam., massa omogenea a sviluppo orizzontale e di spessore per lo più costante, come elemento costitutivo di un corpo, di una struttura e sim.: gli s. della pelle, del terreno; e con riferimento alla disposizione: lo s. esterno o superficiale, intermedio, interno; lo s. più profondo; sul dipinto si sono successivamente sovrapposti più strati di colore; anche nella locuz. agg. e avv. a strati: una torta a s. alternati di pasta frolla e pasta di mandorle. Con usi e sign. specifici, in alcune discipline e nella tecnica: a. In geologia, massa rocciosa limitata superiormente e inferiormente da superfici grossolanamente parallele (piani di stratificazione o facce dello strato), di spessore variabile, molto estesa in lunghezza e in larghezza: la posizione normale degli strati è quella orizzontale, ma per effetto di fenomeni di varia natura essi possono assumere una posizione inclinata (s. inclinati) sino a verticale (s. verticali). Per direzione, inclinazione e immersione di uno s., v. rispettivam. direzione, n. 3 b, inclinazione, n. 1 a, immersione, n. 2. In base al sincronismo e alle facies, gli strati si distinguono in s. isopici, eteropici, isomesici, eteromesici, isotopici, eterotopici (v. le singole voci). Per s. acquifero (o falda acquifera), v. acquifero. b. In archeologia e paletnologia, con riferimento agli scavi di località dove più civiltà (preistoriche o storiche) si siano sovrapposte, ogni singolo livello di scavo nel quale si rinvengano depositi risalenti a una stessa età: il sesto s. degli scavi di Hisarlik corrisponde alla Troia di Omero. c. In meteorologia, formazione di nubi basse che si presenta come un banco orizzontale diffuso, di colore grigiastro; con questo sign., il termine viene usato anche come suffisso per indicare varietà di formazioni nuvolose a strato, come, per es., altostrato, cirrostrato, fractostrato, ecc. (v. alle singole voci), o come prefisso, per es. stratocumulo (v.). d. In geofisica, s. ionosferico (o regione ionosferica), ogni zona della ionosfera, approssimativamente delimitata da superfici sferiche concentriche, caratterizzata da un massimo relativo di densità ionica. e. In geometria, regione illimitata di spazio compresa tra due piani paralleli, la distanza tra i quali si dice spessore o altezza dello strato (è la figura analoga, nella geometria dello spazio, alla striscia in geometria piana). f. In fisica: s. elettronico, l’insieme degli elettroni di un atomo che hanno il medesimo numero quantico principale e che occupano intorno al nucleo atomico una ben definita regione stratiforme a guscio vagamente sferico (si chiama s. di valenza lo strato più esterno, formato da non più di 8 elettroni, in quanto ivi sono gli elettroni che determinano la valenza dell’atomo); s. semplice (o soltanto strato), una distribuzione di sorgenti di uguale segno di un campo vettoriale, cioè, in concreto, di masse materiali (s. materiale), di cariche elettriche (s. elettrico) o di masse magnetiche (s. magnetico), su una superficie, in partic. su un piano (s. piano); campo di strato, il campo, a seconda dei casi gravitazionale, elettrico o magnetico, generato da uno strato; s. piano indefinito elettrostatico, la superficie di un conduttore piano carico, caratterizzato da una distribuzione di carica con densità costante sia da punto a punto sia nel tempo, e pertanto generante un campo conservativo, uniforme nei due semispazî determinati dallo strato. Doppio s., l’insieme di due strati semplici uguali e di segno opposto, cioè l’insieme di due superfici parallele, in partic. piane (doppio s. piano), sulle quali sono uniformemente distribuite, con uguale densità, sorgenti su una superficie, e pozzi sull’altra superficie, di uguale intensità, di un campo vettoriale (detto campo di doppio s.); s. di sbarramento, doppio strato costituito dalle cariche nucleari e da quelle elettroniche degli atomi dello strato superficiale di un conduttore, al quale si può, in prima approssimazione, ascrivere il fatto che gli elettroni di un conduttore restino normalmente confinati nel volume del conduttore medesimo. g. In chimica, cromatografia su s. sottile, tipo di cromatografia che permette la separazione di piccole quantità di componenti di una miscela deposta su un sottilissimo strato di adatto materiale granulare (in genere gel di silice) fissato su un supporto rigido inerte (in genere vetro), che si dispone verticalmente e sul quale si fa salire, per capillarità, un solvente selettivo. h. In fluidodinamica, nel moto relativo tra un corpo e un fluido, s. limite, lo strato di fluido che è a contatto con la superficie del corpo e nel quale è praticamente concentrata l’intera variazione di velocità dovuta all’interazione tra il solido e il fluido. i. Nella tecnica, s. (o film) sottile, il deposito di metalli o di sostanze dielettriche (con spessore massimo di qualche μm), distribuito sulla superficie di un supporto materiale appositamente preparato; le tecniche di produzione di tali strati trovano ampia applicazione nell’ottica (nel trattamento di superfici ottiche) e nell’elettronica (spec. nei circuiti integrati). l. In istologia, ciascuna delle sottili zone laminari, costituita di cellule, che, sovrapponendosi, contribuiscono a formare i tessuti: s. superficiale, s. profondo, ecc.; in partic., con riferimento all’epidermide: s. basale o germinativo, s. corneo, s. spinoso, s. malpighiano, s. lucido (v. i singoli aggettivi); analogam., in zoologia, s. madreperlaceo (v.), della conchiglia. 3. Con sign. scient. e tecn. più astratti: a. In linguistica, ogni diverso tipo di lingua o dialetto esistito in una data area e per un dato periodo di tempo, soprattutto in rapporto ai tipi precedenti, susseguenti o limitrofi: i varî s. (linguistici) dell’Italia medievale. V. anche adstrato, sostrato, superstrato. b. In sociologia, ognuna delle categorie o componenti nelle quali può essere suddivisa una popolazione, soprattutto in riferimento alle condizioni socioeconomiche (è termine più generico di classe): gli s. alti, medî, bassi e gli s. privilegiati, più politicizzati, ecc.; il bisogno di cultura è sentito in ogni s. sociale. c. In statistica, nella tecnica dei campioni, un gruppo o classe di unità statistiche dell’universo, o massa (v. massa, nel sign. 7 c), che presentano caratteri comuni. Per es., della popolazione di un paese si possono fare diversi strati a seconda del carattere che si considera: se si considera il sesso si possono fare due strati, uno costituito da tutta la popolazione femminile, l’altro costituito da tutta la popolazione maschile; se si considera il ramo di attività economica, si possono fare tanti strati quante sono le attività cui attendono le persone. 4. In topografia e in geodesia, s. di osservazioni, la serie completa dei valori degli azimut dei varî punti da rilevare da una stazione di osservazione, tutti misurati a partire da uno stesso punto di origine, scelto inizialmente ad arbitrio; metodo degli s., utilizzato per la misurazione accurata dell’insieme delle direzioni azimutali uscenti da un punto trigonometrico (insieme denominato giro d’orizzonte). ◆ Dim. straterèllo.

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