Stillare

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stillare


v. tr. e intr. [dal lat. stillare, der. di stilla «stilla»]. – 1. tr., letter. a. Estrarre o ricavare un liquido goccia a goccia, mediante distillazione o filtrazione: fattesi venire erbe e radici velenose ... quelle stillò e in acqua redusse (Boccaccio). b. Versare, lasciar cadere a goccia a goccia: d’ogni liquor sostene inopia, Salvo di quel che lagrimando stillo (Petrarca); udivano, da tutte le boscaglie vicine, i rami degli alberi che, agitati dall’aria, stillavano continuamente acqua (Leopardi). 2. intr. (aus. essere) Uscire, cadere goccia a goccia: la resina stilla dai tronchi; l’acqua stillava dalla fessura della roccia; iperb.: quella terra infelice stillava dunque perennemente di sangue (C. Cattaneo). 3. a. tr. Nell’uso com., frequente l’espressione fig. stillarsi il cervello, ingegnarsi, sforzarsi per riuscire a risolvere problemi o situazioni difficili (cfr. l’analoga espressione lambiccarsi il cervello): perché mi dovrei s. il cervello in cose tanto difficili? (Ed. Calandra); assol., non com., stillarsi di ottenere, di fare qualcosa; più raram. con l’oggetto della cosa, studiare, cercare sottilmente, arzigogolare: è un’ora che stanno in riunione, chissà che cosa avranno stillato!; Stillano il modo di venire a capo (Giusti). b. tosc. S. le carte, nel gioco, scoprirle lentamente, prolungando lo stato di attesa. ◆ Part. pres. stillante, con uso verbale: Medusa e l’error mio m’han fatto un sasso D’umor vano stillante (Petrarca); intinse le dita nel tegame e ne tirò fuori un pezzo di carne stillante di sugo (Jovine); o come agg., letter.: gli parve che anche l’anfora umida stillante piangesse (Deledda). ◆ Part. pass. stillato, anche come agg., letter. o ant., di liquido ottenuto per distillazione, o per infusione e decantazione: ti farò fare una certa bevanda stillata molto buona ... che in tre mattine risolverà ogni cosa (Boccaccio); le labbra e il mento sono appiccicose di miele stillato (Slataper). Non com. come s. m., brodo concentrato, corroborante: ad altri, estenuati da più antico digiuno, porgevano consumati, stillati, vino più generoso (Manzoni).