Stabiliżżare

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stabilizzare


stabiliżżare v. tr. [der. di stabile, sull’esempio del fr. stabiliser]. – 1. Rendere stabile, dare stabilità, in senso concr. e materiale, soprattutto con riferimento a una struttura, a un sistema meccanico, elettrotecnico e chimico, a un veicolo, a un prodotto (si vedano, per i varî sign. scient. e tecn., stabilizzatore e stabilizzazione): s. le fondazioni di un edificio, di un ponte, consolidarle; s. un terreno o le terre, nelle costruzioni soprattutto stradali e idrauliche; s. un apparecchio, la velocità di rotazione di un corpo, in meccanica; s. la frequenza, la tensione e s. un alternatore, un generatore di corrente continua, un alimentatore, in elettrotecnica e in elettronica; s. una sostanza, un composto, un sistema chimico, assicurare la conservazione del loro stato nel tempo con particolari additivi (sostanze stabilizzanti); s. un esplosivo, aumentarne la resistenza ad alterazioni e a deflagrazioni spontanee con additivi o trattamenti speciali; s. un prodotto del petrolio, in petrolchimica, separarne le frazioni più leggere per renderlo meno volatile; s. un metallo, in metallurgia, ristabilirne l’equilibrio molecolare con opportuni trattamenti termici; s. una pianta o una droga medicinale, in chimica farmaceutica, in modo che non perda i principî attivi; s. un tessuto, il legname, il vino, nell’industria tessile, nella lavorazione dei legnami, in enotecnica. In partic., nelle costruzioni navali, s. una nave, renderla stabile, soprattutto per quanto riguarda le oscillazioni trasversali di rollio, mediante provvedimenti organici (forme adatte delle murate e disposizione dei pesi) o con opportuni mezzi attivi (stabilizzatori), atti a ridurre le oscillazioni specialmente in mare ondoso. Per estens., nelle costruzioni aeronautiche e astronautiche, con valore analogo: s. un aeromobile, un’astronave, un veicolo spaziale. 2. In senso estens. e fig., rendere durevole, continuo e costante, tale da non subire cambiamenti o variazioni, spostamenti o modificazioni: s. l’assetto politico o l’ordinamento sociale di una nazione; s. la situazione economica del paese; s. il ritmo di sviluppo produttivo, il tasso d’inflazione, la moneta (s. la lira, il dollaro, ecc.), i cambî, i prezzi; preparati medicinali per s. la pressione arteriosa, il ritmo cardiaco; provvedimenti per s. il personale precario, i docenti incaricati o gli incarichi di insegnamento. In questi usi e sign. è com. anche l’intr. pron. stabilizzarsi, diventare stabile: la situazione economica, o il mercato, il cambio del dollaro, ecc., si va stabilizzando; le condizioni del malato tendono a stabilizzarsi; la categoria dei docenti incaricati può stabilizzarsi in attesa di concorso; il tempo si è stabilizzato. ◆ Part. pres. stabiliżżante, in funzione di agg. soprattutto in chimica, prodotto, sostanza stabilizzante (o assol., come s. m., uno stabilizzante, gli stabilizzanti), sostanza che si aggiunge a un composto o un sistema chimico per renderlo più stabile (chiamata anche stabilizzatore, v.). ◆ Part. pass. stabiliżżato, frequente come agg. nei varî sign. del verbo: terreno, apparecchio, generatore di corrente stabilizzato; sostanze chimiche stabilizzate; mezzi navali, aerei, spaziali, o cambî monetarî, prezzi stabilizzati; nell’ordinamento universitario, professore incaricato stabilizzato (e assol., come s. m., uno stabilizzato, gli stabilizzati), il cui incarico d’insegnamento è stato reso stabile (categoria abolita in base al riordinamento della docenza universitaria del 1980).