Spugna

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spugna


(ant. o dial. spógna, spónga, spùngia, ant. e letter. spóngia) s. f. [lat. spongia, dal gr. σπογγία e σπογγιά, der. di σπόγγος «spugna; fungo spugnoso», prob. di origine mediterranea]. – 1. a. In zoologia, nome di organismi acquatici, bentonici, pluricellulari, sessili, noti nella classificazione col nome di poriferi (v. la voce), con corpo asimmetrico oppure a simmetria raggiata, presenti in tutti i mari fino a grandi profondità; se ne conoscono circa 8000 specie, di cui almeno 100 vivono in ambienti d’acqua dolce. In partic., per s. calcaree e s. silicee, v. rispettivam. le voci calcisponge e silicospongie. b. Pesca delle s., effettuata soprattutto nei mari caldi da tuffatori e sommozzatori, con respiratore o scafandro, che staccano e raccolgono le spugne dal fondo con lunghe fiocine e con uno speciale tipo di draga: le spugne, non appena riportate in superficie, vengono liberate dalla sostanza molle, asciugate, e inviate quindi negli spugnifici per le ulteriori operazioni di pulitura, imbiancamento, taglio e sagomatura. 2. a. Scheletro disseccato e opportunamente trattato di alcune specie di spugne cornee, largamente utilizzato fin dall’antichità, per la sua elasticità e capacità di assorbire con gli ampî pori notevoli quantità di acqua e di altre sostanze liquide, per lavare e lavarsi, per bagnare, per pulire e detergere: s. da bagno, da toeletta; s. per idroterapia (v. spugnatura); s. per cavalli, per detergerne il sudore e rinfrescarli; pulire la macchina, lavare i vetri con una spugna. Nel pugilato, getto della s., l’atto con cui il secondo principale di un pugile, gettando sul quadrato la spugna (o, meglio, l’asciugamano) con cui negli intervalli deterge il suo assistito, ne dichiara il ritiro dall’incontro, e quindi la vittoria dell’avversario: perdere (o, con riferimento all’avversario, vincere) per getto della spugna, da cui deriva la locuz. fig. gettare la s., nel senso di rinunciare, arrendersi. Frequente come termine di identificazione e di confronto per indicare particolari caratteristiche di leggerezza: un dolce leggero, soffice come una s.; o elevata capacità di assorbire liquidi, nell’espressione bere come una s., bere una grande quantità di vino e liquori, e, assol., essere una s., un gran bevitore (quella s. del tuo amico s’è finito mezza bottiglia di whisky!). In senso fig., dare un colpo di spugna, cancellare completamente obbligazioni finanziarie, passare sopra a colpe e responsabilità, annullare anche il ricordo di fatti incresciosi e spiacevoli, e sim. (dare un colpo di s. a un vecchio debito; di torti ne ha anche troppi, ma è meglio darci un colpo di s., o cancellare tutto con un colpo di s., e sim.). b. S. vegetale o di luffa, ricavata dalle fibre del frutto, opportunamente lavorate, di due specie di luffa, pianta delle cucurbitacee dei paesi caldi. c. S. artificiali, materie plastiche espanse flessibili che si ottengono industrialmente facendo gorgogliare gas inerti (anidride carbonica, azoto o, semplicemente, aria) nel latice di caucciù o in elastomeri sintetici durante la loro solidificazione o mescolando intimamente alla massa ancora liquida sostanze (agenti porofori) capaci di sviluppare gas col riscaldamento (per es., bicarbonato di ammonio). 3. Materiale o prodotto con caratteristiche di porosità, elasticità, o anche di aspetto, simili a quelle delle spugne naturali: a. Tessuto della categoria dei velluti ricci, generalmente di cotone, con piccoli e fitti ricci, non tagliati, su una sola o su tutte e due le facce, largamente utilizzato, per la sua capacità di assorbire l’acqua e per la sua morbidezza, nella confezione di asciugamani e altri oggetti da bagno e da toeletta, accappatoi, indumenti da spiaggia e per neonati: asciugamano, tappeto, manopole, accappatoio, giacca, tutina di spugna. b. In mineralogia, tipo di calcare (s. delle Màrmore, ecc.) o di travertino (pietra spugna o spugnone) molto cavernoso, simile a una spugna con grossi pori. c. In chimica, s. di platino, massa spugnosa ottenuta per riduzione di alcuni composti del platino e caratterizzata da grande sviluppo superficiale; ancorata a un supporto inerte (gel di silice, amianto, ecc.) è usata come catalizzatore industriale per reazioni di ossidazione e di idrogenazione; s. di ferro, ferro metallico ottenuto in forma di piccole masse spugnose per riduzione di ossido di ferro, usato per depurare i gas di cokeria dai composti solforati. d. In farmacia, s. di gelatina, massa bianca costituita da gelatina animale, dotata di azione emostatica; è assorbibile e deve essere perciò usata sterilmente. ◆ Dim. spugnétta (v.), spugnina e, non com., spugnino m.; accr. spugnóna, e spugnóne m.

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