Sópra

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sopra


sópra (ant. e letter., o region., sóvra) prep. e avv. [lat. sŭpra, sincopato da sŭpĕrā (parte), propr. «nella parte superiore, più alta», ablativo femm. dell’agg. supĕrus «che sta sopra»] (radd. sint., come prep.). – Equivale genericam. a su, con cui spesso si scambia, e si contrappone direttamente, come prep. e avv. di luogo, a sotto; la sostituzione con su non è però possibile quando la contrapposizione a sotto è esplicita (guardare sopra e sotto la tavola; l’ho esaminato sopra e sotto), e in tanti altri modi e locuz. particolari registrati qui di seguito. Davanti a vocale, può subire elisione, che è però rara nella scrittura: sopr’il tetto, sopr’ogni cosa, ecc. 1. prep. Ha fondamentalmente valore locale e si usa, in dipendenza da verbi di quiete o di moto (e anche da sostantivi), per indicare che un oggetto ha, rispetto a un altro, posizione più elevata. a. Di cose che sono a contatto e delle quali quella superiore è sostenuta dall’altra, ha nell’altra il fondamento, la base o l’appoggio: la villa sorge s. un colle; fabbricare s. la roccia, s. la rena; la statua poggia s. un piedistallo; dammi la bottiglia che è s. la tavola; c’era un vaso di fiori s. la mensola; Ell’era assisa sovra la verdura (Poliziano); dormiva s. un misero giaciglio; aveva la testa abbandonata s. il guanciale; portava un sacco s. le spalle; scrivi l’indirizzo s. la busta; con verbi di movimento: gli posò una mano s. il capo; montò s. un panchetto; il ferito fu adagiato s. la barella; fu con un salto s. il carro; salì s. un rialzo del terreno; passammo s. un ponte; or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti (Leopardi). In espressioni partic.: ciò che vive, ciò che avviene s. la Terra, nel mondo (cfr., con lo stesso senso, sulla faccia della Terra); nelle navi, essere, andare s. coperta (sempre senza articolo). Poco usato davanti ad avv. di luogo (s. qui, s. lì), è com. invece la collocazione inversa, qui s., lì s., che forma locuz. avverbiale: chi ha preso la mia cartella ch’era qui sopra? In frasi fig.: fondarsi s. buone ragioni, s. buoni indizî, s. semplici congetture; la sua teoria è fondata s. validi argomenti. Anche di cosa che riveste o avvolge un’altra: stese una tovaglia s. il tavolino; si buttò il cappotto s. le spalle; non aveva che la sola camicia s. la carne; Sovra candido vel cinta d’uliva Donna m’apparve (Dante). Con riferimento a costruzioni, a strutture varie: i piani dell’autosilo sono disposti uno s. l’altro; ha l’abitazione proprio s. la bottega; la terrazza s. il tetto; con uso estens., la famiglia sopra di noi, sento qualcuno camminare sopra di me e sim., nell’appartamento del piano soprastante. Con sign. generico, di più cose che si dispongono o sono disposte l’una sull’altra (in questi casi è più com. l’uso della prep. su): si costruì la casa mattone s. mattone; la città fu distrutta così che non rimase pietra s. pietra; voleva i danari l’uno sopra l’altro, per poterli impiegare subito in consumazioni improduttive (Manzoni); in senso fig., di cose o fatti che si accumulano l’uno sull’altro o si succedono con rapido ritmo: avanzavano riportando vittoria s. vittoria; per quei poveri diavoli non c’è altro che dolore s. dolore, disgrazia s. disgrazia, debiti s. debiti; gli faceva domande s. domande; analogam., bugia s. bugia, sproposito s. sproposito, e sim. b. Di cosa che sovrasti un’altra, quando fra questa e quella sia frapposto un certo spazio: s. il tavolo centrale pende un bel lampadario; il rosone che si vede s. il portale della chiesa; costruiscono un nuovo ponte s. il fiume; una rupe a picco s. l’abisso; nuvole dense si ammassavano s. la vallata; E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna (Leopardi); anche di cose in movimento: l’aereo volava s. le nuvole; le rondini intrecciavano i loro voli s. il giardino. Determinando la misura dell’altezza: il muricciolo si alza fino a sei metri s. il suolo; eravamo a sei o settecento metri s. il mare. Con riferimento a persone: gli stava s. con la spada; era tutto ripiegato s. sé stesso. In senso fig.: una grave minaccia pende s. il suo capo; ho passato la mia vita s. i libri. c. Di cosa o animale che, scendendo o cadendo dall’alto, va a posarsi su una superficie o la colpisce: la pioggia batteva monotona s. i tetti; due bombe caddero s. il ponte della nave; il falco piombò s. i pulcini; fig.: le ombre calavano s. la città; la finestra guarda s. il (ma più comunem. sul) lago. Estens., di persone che sopraggiungono cogliendo di sorpresa o assalendo: si gettarono in quattro s. l’energumeno riuscendo a legarlo; i nemici, aggirando l’altura, giunsero improvvisi s. il nostro reparto; e come sinon. di contro: sopra il re di Tunisi se ne venne per cacciarlo del regno (Boccaccio). Altri usi fig.: la benedizione di Dio scenda s. voi e le vostre famiglie; la responsabilità ricade s. noi tutti; deve sempre scaricare la colpa s. gli altri!; anche di azioni o atteggiamenti ostili, e spec. parlando di vendette: D’Agramante lor re, che si diè vanto Di vendicar la morte di Troiano Sopra re Carlo imperator romano (Ariosto). d. Quasi fig., e con valore che si avvicina a quello temporale di «dopo», in espressioni quali bere un po’ di vino s. le castagne, un bicchierino di marsala s. il dolce; e così nel prov. latte s. vino è veleno, se bevuto, cioè, dopo il vino. e. In alcuni casi, indica non tanto posizione più alta quanto vicinanza, prossimità: Marsilia, sì come voi sapete, è in Provenza sopra la marina posta (Boccaccio); navigando Di Cuma in vèr l’euboica riviera Si spinse a tutto corso, onde ben tosto Vi furon sopra, e v’approdaro alfine (Caro); anche nel linguaggio com.: il bosco è proprio s. la ferrovia; aveva una bella villa s. il (ma più comunem. sul) mare. f. In riferimenti geografici, indica non altezza ma latitudine maggiore, o significa, più genericam., oltre, di là da: Prato si trova s. Firenze, sulla linea per Bologna; le montagne s. la pianura padana; ben cento miglia sopra Tunisi a una spiaggia vicina a una città chiamata Susa ne la portò (Boccaccio). 2. Sempre come prep., in varî sign. estens. e fig. più o meno chiaramente connessi con quello fondamentale: vegliare s. il gregge, s. i figli; piangere s. qualcuno o qualche cosa, dolersi, rammaricarsi per amore o per causa sua: adunque piangete sopra voi e la vosta città (Compagni); piangere s. una persona scomparsa, s. un bene perduto; accampare diritti s. qualche cosa; fare assegnamento s. una persona, s. una cosa (avevo fatto molto assegnamento s. il suo aiuto, s. le sue promesse, s. quei pochi soldi); avere delle idee s. qualcuno, fare qualche calcolo, avere delle mire su di lui; giocare s. un numero, s. una carta (propr., giocare puntando su quel numero, su quella carta); prestito s. pegno, garantito cioè da pegno; lo giuro s. il mio capo, s. la mia vita, s. i miei figli; essere, stare s. pensiero, v. soprappensiero; per la locuz. averne (fin) s. i capelli, v. capello, n. 3. Con sign. più determinati: a. Intorno a, riguardo a, in compl. d’argomento: ha parlato a lungo s. i recenti sviluppi della situazione politica; i «Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio», di N. Machiavelli; desidero conoscere anche il tuo parere s. questa questione; in senso fig., tornare s. una decisione, rimetterla in discussione, o addirittura annullarla. In tutti questi usi, è più com. l’uso della prep. su. b. Indicando il territorio o il settore su cui si estende un’autorità, un potere o una giurisdizione: il suo dominio si estendeva s. gran parte dell’isola; la sua autorità si esercita s. tutto il personale; aveva il controllo diretto s. l’attività amministrativa dell’azienda. c. In espressioni superlative, più di, più che: Parrà forse ad alcun che ’n lodar quella ..., errante sia ’l mio stile, Faccendo lei sovr’ogni altra gentile (Petrarca); mi preme s. ogni altra cosa; lo merita s. tutti gli altri; con sign. simile: s. ogni interesse privato deve importare il bene della collettività. Con sign. tra proprio e fig., per indicare preminenza: quel segnor de l’altissimo canto Che sovra li altri com’aquila vola (Dante), con riferimento a Omero. d. Con numeri e con espressioni equivalenti, che va oltre, che è più di, che supera un determinato limite: con le spese si andrà s. i cinquemila euro; corse ippiche per soggetti s. i due anni; ormai, dovrebbe essere s. la sessantina; nel linguaggio di banca e di borsa, è definito sopra la pari il prezzo o corso di titoli pubblici o privati quando è maggiore del loro valore nominale, oppure un cambio, quando è maggiore della parità monetaria estrinseca fra due paesi. e. Oltre a, in aggiunta a: voleva essere e fante e famiglio e ogni cosa, e senza alcun salario sopra le spese (Boccaccio). In locuz. sostantivate: s. nolo, nel commercio marittimo, lo stesso che extra-nolo; nelle assicurazioni, è detto s. premio l’aumento, in misura prefissata, della rata di premio, dovuto per contratto o per legge nell’eventualità che nel corso della esecuzione del contratto di assicurazione si verifichino determinati eventi o circostanze. f. Con valore temporale, avanti, prima: i dotti uomini sopra noi stati (Bembo), vissuti prima di noi; è un uso ant., fuorché in alcune espressioni come la notte s. il giovedì, quella che precede il giovedì. g. Altre locuz.: essere s. una cosa, o s. a fare una cosa, essere in procinto di farla, o anche essere intento a farla, essere occupato in quella: essere s. parto, o s. a partorire, in procinto o sull’atto stesso di partorire (morire s. parto); e in usi ant.: quelli della congiura fatta contro a Giano, essendo sopra rinnovare le leggi nella chiesa d’Ognissanti ... (Compagni), essendo riuniti nella chiesa per deliberare sulla riforma delle leggi; essere s. qualche ufficio, essere assegnato ad esso, averne l’incarico: fu da molte immondizie purgata la città da oficiali sopra ciò ordinati (Boccaccio); andare s. sé, camminare diritti, impettiti; stare s. sé, stare raccolto in sé stesso, pensoso, oppure rimanere indeciso e sim.: la donna, udendo questo, alquanto sopra sé stette (Boccaccio); essere o lavorare s. sé, in conto proprio, come padrone, non alle dipendenze di altri: gli convenìa esercitare l’arte altramente quando era sopra sé che quando era sotto altrui come discepolo (Sacchetti). 3. Locuzioni prep.: a. Sopra di, spec. usata davanti a pron. personali: s. di me, s. di te, s. di noi; la famiglia che abita s. di noi; in espressioni fig.: la colpa ricade tutta s. di me; la vendetta di Dio scese s. di loro; prendere una cosa s. di sé, addossarsene il carico o la responsabilità. b. Sopra a, frequente spec. nell’uso parlato, con lo stesso sign. del semplice sopra, davanti a nomi e pronomi e davanti a verbi all’infinito: s. al letto, s. al tavolino, s. a ogni altra considerazione; essere s. a fare una cosa (v. alla lettera g dell’accezione prec.); in partic., passare s. a una cosa, considerarla con indulgenza, o trascurarla, non curarsene: passare s. a una mancanza, a una colpa, alle norme del regolamento; tornare s. a quanto già detto, a una decisione e sim., riprendere l’esame della questione, ripensarci. Non com. davanti a pron. personali (s. a me, s. a voi, ecc.), si unisce invece molto spesso alle forme pron. di dativo mi, ti, ci, vi, e alle particelle ci e più raram. vi con valore pronominale o avverbiale: mi si gettò s.; quasi ci cadeva s.; non dimenticare di scriverci s. l’indirizzo; ci metti s. anche un po’ di burro?; trovò una pietra e vi si sedette s.; bada a non montarci s.; 800 euro sono pochi, ce ne metta s. (= ce ne aggiunga) altri 200 e l’affare è fatto; se vuoi rifletterci s., sei ancora in tempo; ho già deciso e non voglio più tornarci s.; mettiamoci una pietra s. e non ne parliamo più (cfr. mettere una pietra s. il, o sul, passato, e sim.); in espressioni fig., berci s., non dare importanza a una cosa, scordarsene; dormirci s., prendere tempo a riflettere, far maturare una decisione (entrambe poco com. in forma esplicita, bere s. a ..., dormire s. a ...): beviamoci s. e non pensiamoci più; la situazione è grave ma per ora sarà meglio dormirci sopra. 4. avv. Ha per lo più valore locale e indica in genere posizione o luogo più elevato. In partic.: a. Nel piano superiore d’un edificio: la mamma dev’essere s.; vado s. a vedere; o nel ripiano elevato d’un mobile, sulla base superiore d’un sostegno: posa il giornale lì s.; un comodino con s. una lampada; o sulla superficie esterna, nello strato superiore d’un oggetto: è di ferro, ma s. è smaltato; una torta con s. la panna; raram., indosso: in Mugnone si truova una pietra, la qual chi la porta sopra non è veduto da niuna altra persona (Boccaccio); in scritti e discorsi, per richiamarsi a quanto detto precedentemente: come abbiamo detto, o scritto, s.; con riguardo a quanto s.; e più brevemente: vedi s., come sopra. Spesso preceduto dalla prep. di, con sign. analogo: vado un momento di s., c’è qualcuno di s.? (al piano superiore, o genericam. in casa); In anima in Cocito già si bagna, E in corpo par vivo ancor di sopra (Dante), sulla Terra; i due nominati di s., prima, in una pagina o in un passo precedente; in unione con altra prep.: passiamo per di sopra. In altri casi, il di ha un valore autonomo, sicché l’insieme costituisce una locuz. aggettivale (equivalente più o meno a «superiore»): il piano di s.; il palchetto di s. di uno scaffale; A tutti altri sapori esto è di sopra (Dante). In usi ormai ant., è a volte rafforzato, analogam. a suvvi (v.), con vi enclitico, nella forma pleonastica sópravi: un tavolo con sopravi un grande vaso di fiori. Raddoppiato sopra sopra, superficialmente, proprio in alto, in cima, sopra tutto il resto: pareggiare il pelo sopra sopra; ho messo la camicia nell’armadio sopra sopra, per non sgualcirla. b. Sostantivato, il s. o il di s., ciò che sta sopra, la parte superiore: si è mangiato tutto il di s. del dolce; sul di s. è bianco. c. Di uso frequente la locuz. al di s., per il semplice sopra o di sopra, con funzione avverbiale, (guardare al di s., stare al di s.), o prepositiva: al di s. di noi; al di s. del fiume; si crede al di s. di tutti; è persona al di s. di ogni sospetto. In tutti questi casi è usata anche la grafia unita (v. disopra).