Sopire

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sopire


v. tr. [dal lat. sopire «addormentare», corradicale di sopor «sopore» e somnus «sonno»] (io sopisco, tu sopisci, ecc.). – 1. letter. raro. Assopire, addormentare. 2. fig. Calmare, placare; smorzare, reprimere: s. il dolore; s. le discordie, l’ira; Sopìan gli affanni e raddolcìano i cori (T. Tasso); anche come intr. pron.: i rancori si sono finalmente sopiti. Con uso assol., alludendo a fatti da non divulgare, da tenere nascosti: «Sopire, troncare, padre molto reverendo; troncare, sopire» (Manzoni). ◆ Part. pass. sopito, anche come agg., in senso proprio, assopito, addormentato: Era sopito l’Esule; Era la notte oscura (Berchet); mandi a le pupille Sopite del guerrier miseri i volti De la madre e del padre (Foscolo); e in senso fig., placato, attutito, attenuato: Gli raccende nel core e fa più ardente La fiamma che nel dì parea sopita (Ariosto); l’altro si scosse, riacceso negli occhi dell’ira un momento sopita (Fogazzaro).