Solcòmetro

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solcometro


solcòmetro s. m. [comp. di solco (della nave) e -metro]. – Strumento per misurare da bordo la velocità delle navi, chiamato anche (ma solo nella marina mercantile e nella nautica da diporto) col termine ingl. log. Il tipo più antico, risalente al sec. 16° e denominato s. a barchetta, ancora in uso su qualche imbarcazione a vela, era in effetti un misuratore di percorso (appunto il solco della nave) costituito da una pesante tavoletta triangolare di legno (barchetta) fissata con una lunga sagola a un rullo posto sulla poppa: nel tempo prefissato di 30 secondi (la 120a parte di un’ora) si misurava quanta sagola si era srotolata in mare trascinata dalla barchetta, potendosi risalire così al cammino percorso; per conoscere subito la velocità, si annodavano sulla sagola dei cavetti posti a intervalli regolari e quindi, contando quanti di questi nodi si vedevano scendere in acqua nel tempo di 30 secondi, si conosceva (espressa in nodi) la velocità istantanea seguita (non quella effettiva rispetto al fondo del mare, diversa soprattutto per le azioni delle correnti, del vento e del mare). Nei solcometri moderni il sensore di velocità è raramente rimorchiato di poppa, preferendosi applicarlo alla chiglia (s. a scafo) protetto da un tubo telescopico (spada del s.); si distinguono, in base al tipo di sensore utilizzato: il s. a elica o meccanico, in cui il sensore, costituito da un’elica, può essere rimorchiato (a ogni giro, conoscendone il passo, corrisponde una certa distanza e quindi una velocità) ovvero applicato allo scafo (è questo il tipo più diffuso), in cui una piccola elica, posta sotto la chiglia, in un tubo aperto verso prua e verso poppa, gira con velocità proporzionale a quella con cui si muove la nave; il s. a pressione, che utilizza due tubi di Pitot posti uno dentro l’altro, applicati alla chiglia, con i quali si determina la differenza tra pressione dinamica (misurabile con il tubo aperto verso prua) e pressione statica (con il tubo aperto verso poppa): tale differenza, proporzionale alla velocità della nave, viene trasformata in differenza di potenziale elettromagnetico e con l’aiuto di un calcolatore e di un cronometro si ottengono, visualizzati su un indicatore analogico o a cristalli liquidi, i dati relativi al cammino percorso e alla velocità seguita; e il s. a effetto Doppler, che differisce dagli altri perché, oltre a sfruttare l’energia acustica, è in grado, in particolari condizioni, di fornire la velocità effettiva rispetto al fondo del mare grazie al suo sensore, che è in pratica il trasduttore di un particolare tipo di ecogoniometro (v. fig. a p. 110).

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