sapóne s. m. [lat. sapo -ōnis «miscuglio di grassi e cenere per tingere i capelli in rosso», voce di origine germ. pervenuta al lat. per tramite gallico]. – 1. Nome con cui si indicano comunem. i sali alcalini (di sodio e di potassio) di acidi grassi a elevato numero di atomi di carbonio (8-18), prevalentemente usati come detergenti per le notevoli proprietà tensioattive (i saponi sodici sono duri, quelli potassici molli); si ottengono per saponificazione di grassi naturali di origine animale (sego, olio di ossa, di pesce, ecc.) o vegetale (olio d’oliva, di semi, di palma, di cocco, ecc.). A seconda della lavorazione, si hanno: s. liquidi (o granulati), ottenuti per saponificazione mediante ebollizione con alcali caustici, aggiunta di sale comune (salatura) che dalle acque contenenti glicerina causa la separazione (granatura) del sapone, nuova fusione di questo con acqua e alcali a caldo (liquidazione), e infine separazione del sapone così purificato e colatura in stampi; saponi d’impasto, preparati per saponificazione a temperatura non molto elevata (circa 70 °C), nel cui impasto rimangono inglobati la glicerina, il sale e le impurezze; saponi agli acidi grassi, ottenuti direttamente per trattamento a caldo di acidi grassi con carbonati alcalini o con alcali caustici. A seconda della composizione e degli usi: s. comuni, duri, costituiti da sali sodici, preparati generalm. con olî di semi o di certi frutti tropicali (cocco, ecc.) e sbiancati con mezzi chimici, usati prevalentemente per uso domestico, tra cui, in partic., il s. di