Salute

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salute


s. f. [lat. salus -ūtis «salvezza, incolumità, integrità, salute», affine a salvus «salvo»]. – 1. letter. Salvezza, soprattutto come stato di benessere, di tranquillità, d’integrità, individuale o collettiva; è un uso ormai ant., che sopravvive in alcune espressioni come s. pubblica, s. patria, s. della patria, della nazione, e sim.: in forse è la civil s. (Parini); Comitato di s. pubblica, creato in Francia durante la rivoluzione (v. comitato2). Talora, stato di felicità spirituale, di beatitudine: Vede perfettamente onne salute Chi la mia donna tra le donne vede (Dante); in partic., la s. dell’anima, la s. eterna, la salvezza spirituale. Esercito della salute, espressione con cui è talora indicata (per suggestione del fr. Armée du salut) l’organizzazione dell’Esercito della salvezza (v. esercito, n. 2 b): si mise a cantare sottovoce ... una canzonetta da esercito della salute (Saba). Con valore causativo, ciò che dà, che procura salvezza: Di quella umìle Italia fia salute Per cui morì la vergine Cammilla (Dante, con riferimento al simbolico Veltro); anticam., nelle datazioni, la nostra s., la comune s., o semplicem. la s., la redenzione (più propriam., la nascita di Cristo), con lo stesso sign. con cui si adoperava, sempre nelle datazioni, l’espressione la salutifera incarnazione. 2. a. Stato di benessere fisico e di armonico equilibrio psichico dell’organismo umano (e analogam. negli animali, con riguardo alle condizioni fisiche), in quanto esente da malattie, da imperfezioni e disturbi organici o funzionali: s. fisica; s. mentale, psichica; essere in s., in buona s.; essere in buone, cattive condizioni di s.; godere un’ottima, un’eccellente s., una s. perfetta; avere, non avere s., come stato duraturo; avere una s. di ferro; ha s. da vendere; è pieno di s.; è il ritratto della s., ha i colori della s., di chi ha un aspetto florido, sano; scoppiare di s., sprizzare s. da tutti i pori, essere sanissimo; conservarsi in s.; perdere, riacquistare, recuperare la s.; ristabilirsi, tornare in s.; rimetterci la s. (in frasi del tipo: porterò a termine il lavoro, a costo di rimetterci la salute!); utile, dannoso, nocivo alla s.; fare bene, fare male alla s. (scherz. o iron.: ti fa male alla s., quando si nega a qualcuno una cosa che gli farebbe piacere); Dio ti dia, ti conservi la s., formula pop. d’augurio. Quando c’è la s. c’è tutto, frase che si ripete spesso per significare che la salute fisica è più necessaria di qualsiasi bene materiale: è tratta dalla commedia Il professor Papotti, di Luigi Arnaldo Vassallo (1852-1906), noto con lo pseudonimo di Gandolin. Pensa alla s.!, espressione fam. con la quale si consiglia ad altri di dare il giusto peso alle cose, di non prendersela eccessivamente per quello che accade, o anche per invitare una persona, con cui si sia venuti a parole, a interrompere la discussione e andarsene per i fatti suoi. Se hai cara la s., se ti è cara la s., espressioni di minaccia aggiunte, a scopo intimidatorio, a un ordine, a un invito perentorio a non insistere in una lite, a desistere da un atteggiamento provocatorio e sim.: se hai cara la s. (o se ti è cara la s.) non farti più vedere da queste parti!; ti pesa la s.?, ti puzza la s.?, frasi equivalenti a «vuoi finire male?»; dell’uso pop. l’espressione gli puzza la s., riferita a persona che pare voglia cacciarsi di proposito nei guai (o anche, per estens., riferita a chi si lamenta a torto, non rendendosi conto del bene che ha). È parola frequente in formule di augurio: salute!, s. e felicità!; scherz., s. e figli maschi!, a chi starnuta. Salute! è anche forma confidenziale di saluto (più com. salve!) nell’incontrare un amico o conoscente. Nel brindare: alla tua s.!, alla s. degli sposi!; anche semplicem. alla s.!, da cui le locuz. bere, brindare alla s. di qualcuno. Per esprimere stupore, per commentare scherz. un fatto che sembra esagerato, eccessivo: «Hai mangiato tutti quei cioccolatini da solo? Salute!»; «Ha speso più di centomila euro per regalarle quel gioiello» «Salute!»; «Sei arrivato a piedi dalla stazione in dieci minuti? Salute!». b. Per metonimia, cosa che contribuisce a mantenere o a ridare la salute fisica: il mese passato in campagna è stato tutta s. per i bambini; fa molto nuoto, ed è tutta s.; l’alimentazione naturale è s. per l’organismo. In partic., casa di salute (calco del fr. maison de santé), eufemismo usato talvolta (più com. casa di cura) per indicare ospedale privato, clinica per particolari malattie, spec. nervose; biscotti della s., denominazione ormai scomparsa delle fette di pane dolce biscottate, indicate in diete particolari e nell’alimentazione dei bambini; maglietta della s., v. maglietta. Tassa sulla s., espressione quasi eufemistica con cui viene indicata una particolare imposizione, in realtà una soprattassa sul reddito dei lavoratori autonomi, istituita con legge del 1986 per il finanziamento delle spese sanitarie che gravano sullo stato; ministero della Salute (in passato, della Sanità), avente il compito di sorvegliare la situazione sanitaria del Paese; diritto alla s., diritto all’assistenza sanitaria da parte dello stato. c. Con accezione generica, le condizioni fisiche, attuali o abituali, dell’organismo: la sua s. (o il suo stato di s.) migliora, peggiora; è in buone, in cattive, in ottime condizioni di s.; essere delicato di s.; avere poca s.; avere una s. cagionevole, o essere cagionevole di salute. Senza determinazioni: avere cura della propria s.; informarsi della s. di una persona (e in domande dirette: come va la s.?; come stai in s.?); la sua s. mi preoccupa; siamo tutti in ansia per la tua s.; la sua s. ne ha molto sofferto; chiedere un congedo, ottenere un’aspettativa, dimettersi per motivi o per ragioni di salute. 3. ant. Saluto: dar salute, salutare (cfr. il lat. salutem dicere); darsi salute, salutarsi; Passa per via adorna, e sì gentile Ch’abassa orgoglio a cui dona salute (Guinizzelli); «Al signor di Giudea» dice lo scritto «Invia salute il capitan d’Egitto» (T. Tasso). Anticam. fu in uso, con questo sign., anche la forma saluta, soprattutto nel plur. salute: ne le sue salute abitava la mia beatitudine (Dante); Rendendo l’uno all’altro le salute Che scrivendosi insieme eran taciute (Boccaccio).