Salmastro

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salmastro


agg. e s. m. [dal fr. ant. saumastre (mod. saumâtre), che è il lat. *salmaster, adattam. del lat. class. salmacĭdus, comp. di salgăma, neutro pl., «carni, verdure conservate in salamoia», e acĭdus «acido»]. – 1. agg. Che contiene sale, ed è quindi più o meno salato: acque s., le acque (per es., quelle delle lagune, degli stagni costieri, degli estuarî) che contengono sali di origine marina in concentrazione variabile (a seconda della quantità delle piogge, dell’affluenza di acque dolci, dell’intensità dell’evaporazione), ma generalmente inferiore a quella del mare. Anche, impregnato, ricco di sale, di salsedine: terreno s.; una brezza s.; la caligine del bitume si mesceva all’odore s. della spiaggia (Pavese). In ecologia, di ambiente di transizione dall’ambiente marino a quello delle acque dolci, caratterizzato da acque miste a media e bassa salinità, dalla presenza di parecchie alghe verdi, rosse e brune, e da una fauna di origine marina e di acqua dolce, capace di sopportare notevoli variazioni di salsedine, di pressione e di temperatura. In geologia, facies salmastre, le facies lagunari, deltizie e di estuario originatesi appunto in ambiente salmastro, caratterizzate da particolari sedimenti e fossili. 2. s. m. Sapore, odore di salsedine: ci si avvicina al mare, e l’aria già sa di salmastro.