Ristagno

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ristagno


s. m. [der. di ristagnare1]. – 1. Dell’acqua corrente e in genere di liquidi, il fatto di ristagnare: evitare il r. del fiume presso i luoghi abitati; r. del sangue, lo stesso che stasi sanguigna; punto di r., punto in cui si annulla la velocità relativa di una corrente fluida rispetto a un corpo immerso nella corrente stessa: si trova lungo la superficie investita del corpo, nella sua parte anteriore rispetto al verso del moto d’insieme della corrente, e ivi la temperatura del fluido assume un massimo relativo (temperatura di r.); raro in senso concr., tratto di un corso d’acqua dove questa ristagna e si allarga: raggiunto il Sangone per dei sentieri ... trovò un r. chiaro e tranquillo, chiuso fra sterpi e cespugli (Bacchelli). In vulcanologia, cupola di ristagno, ammasso di lava a forma di cupola che si forma sia entro un condotto vulcanico (r. endogeno) sia a giorno, durante le fasi effusive (r. esogeno). In usi estens., di altre sostanze o anche di azioni: r. dell’aria, dei vapori di scarico; un incalzare e un rattenere, come un r., una titubazione (Manzoni). 2. fig. Forte riduzione di attività, mancanza di ripresa: r. dell’economia o dell’attività economica, degli affari, del commercio, della produzione, del credito; fase di r., la fase di depressione che segue alle crisi economiche e caratterizza quindi l’onda bassa del ciclo; teorie del r., le teorie economiche che sostengono l’esistenza di una tendenza alla stazionarietà del sistema capitalistico. Con riferimento ad altre attività: r. culturale; r. della produzione letteraria, teatrale, artistica.

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