Recare

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recare


v. tr. [dal got. rikan] (io rèco, tu rèchi, ecc.). – 1. a. Portare; raro in senso generico: O tu che ne la fortunata valle ... Recasti già mille leon per preda (Dante); scaricate le molte pietre che recate avea (Boccaccio); recarsi le mani al petto; più spesso di cose leggere o che, comunque, si portano addosso o con sé: r. una lettera; r. un dono, o r. in dono qualche cosa; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole (Leopardi); sul collo recando i sacri arnesi ... Va, col bue lento innanzi, al campo (Parini); e in alcuni usi fig.: r. una notizia, una informazione; r. ad effetto, effettuare (cosa che nell’isola mia nativa si può r. ad effetto senza difficoltà, Leopardi); r. a perfezione, perfezionare. Più com., con la particella pron., portarsi, andare da un luogo a un altro: il prossimo mese dovrò recarmi a Roma; dobbiamo recarci dal notaio per l’atto di vendita; questo autobus è utile per chi deve recarsi in centro; ogni giorno si recava sulla spiaggia di prima mattina a godersi il mare; dove ti recavi con tanta fretta? b. ant. Denunciare beni, soprattutto immobili, a fini fiscali: r. un bene al catasto; r. a censo. 2. Apportare, cagionare: la tua venuta mi ha recato molto piacere; r. gioia, sollievo, conforto, noia, dolore, offesa, ingiuria; non ci libera dalla noia perché non ci reca diletto vero (Leopardi); vieni pure a trovarmi, non mi recherai nessun disturbo; non vi rechi meraviglia il vedermi qui. 3. letter. a. Ricondurre, ridurre: fu presuntüoso A recar Siena tutta a le sue mani (Dante); r. in servitù, in signoria, in soggezione; r. alla memoria, alla mente, rammentare; recarsi sopra (o in) sé stesso, raccogliersi a riflettere: a che pensate, madonna? E perché così ad un tratto vi siete recata sopra di voi? (Firenzuola). b. Indurre: Giansimone non si voleva recare a que’ venticinque ducati (Lasca), a versarli. Nel rifl., persuadersi: io mi recherei a amar lui (Boccaccio). c. Tradurre: Tradutto poi in arabica e ’n caldea Poi fu recato in lingua sorïana (Pulci); l’Eneide recata in versi italiani da A. Caro. 4. letter., non com. Attribuire: Voi che vivete ogne cagion recate Pur suso al Cielo (Dante); voi mi recate a biasimo azioni compiute a fin di bene; più com., ma di tono ricercato, mi reco ad onore (a lode, a gloria, ecc.) proprio quello che i miei nemici mi rimproverano; anticam. anche recarsi a noia, a sospetto, in dispetto, a vergogna, una cosa o una persona, prenderla a noia, in sospetto, in odio, vergognarsene.