Ràgia

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ragia


ràgia s. f. [lat. *rasia, der. di rasis, nome d’una specie di pece grezza; per il sign. fig., cfr. pegola] (pl. -gie o -ge). – 1. Sinon. ant. di resina (delle conifere). 2. Acqua r., o con grafia unita acquaragia (ant. acqua di ragia), denominazione commerciale di liquidi di diversa origine usati come solventi e cioè: a. Acqua r. vegetale o universale, o essenza di trementina, costituita essenzialmente da pinene e ottenuta dalla distillazione di resine di conifere: è un liquido limpido, incolore, di sapore amarognolo e odore penetrante, miscibile con alcole, benzene e altri solventi, che all’aria ingiallisce resinificandosi e addensandosi; si usa come solvente per vernici, per sgrassare tessuti, e nella preparazione della canfora sintetica. b. Acqua r. minerale, costituita dalla frazione di olî minerali che distillano tra i 150 e i 200 °C: è un liquido incolore, di odore gradevole, che si usa in sostituzione dell’acqua ragia vegetale come solvente per vernici e pitture. 3. fig., tosc., ant. o raro. Astuzia, inganno, frode: E d’esser morto tien per cosa certa, Tosto che quella r. sia scoperta (Berni); per metonimia, riferito alla persona che ordisce inganni: fu quasi ad una voce conchiuso ch’io era una mala r. (G. Gozzi). Per estens., pericolo, disavventura, e anche punizione, rabbuffo: che ragia!; sentirai che ragia!