Raddrizzatóre

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raddrizzatore


raddrizzatóre (raro raddirizzatóre) s. m. [der. di raddrizzare]. – 1. Con sign. e uso generico, non com., chi raddrizza, per lo più in senso fig.: s’è messo in testa di fare il r. degli affari sbagliati (in questo sign. può esistere anche il femm. raddrizzatrice). 2. In elettrotecnica (anche come agg.), dispositivo costituito in genere da circuiti elettrici (detti circuiti r.) che consentono di convertire una corrente elettrica alternata in una corrente unidirezionale; il termine si riferisce anche agli elementi dei suddetti circuiti che, per loro particolari caratteristiche lasciano passare la corrente in una sola direzione (elementi r.), i più usati dei quali sono i diodi a semiconduttore (r. a semiconduttori); in casi particolari si fa ancora uso di r. termoelettronici, costituiti da diodi termoelettronici a vuoto (r. a vuoto) o a vapori di mercurio (r. a gas o a vapori di mercurio), e di r. elettrolitici, basati sulla proprietà di taluni elettrodi, in bagni elettrolitici opportuni, di impedire il passaggio della corrente quando questa ha una determinata direzione. Per raddrizzare correnti alternate monofase, si hanno r. a semionda, costituiti semplicemente da un diodo per cui la corrente raddrizzata è costituita dalle semionde di un certo segno, e gli assai più usati r. a onda intera, costituiti da quattro diodi disposti in un circuito a ponte per cui la corrente raddrizzata è costituita dalle semionde di tutti e due i segni, disposte nello stesso verso. R. controllato, raddrizzatore a diodi nei quali si può comandare, mediante impulsi elettrici, l’istante di inizio della conduzione nei diodi. 3. a. In aerofotogrammetria, dispositivo per il raddrizzamento delle immagini fotografiche; è simile a un apparato per proiezioni o per ingrandimenti, nel quale però i piani della lastra e dello schermo possono essere orientati in modo da ottenere la proiezione orizzontale del terreno fotografato, anche se all’atto della ripresa la macchina da presa non aveva il suo asse verticale. b. In ottica, sinon. di invertitore. 4. In paletnologia, r. di frecce, strumento di pietra, osso, corno o avorio, provvisto di un foro a un’estremità, che fu considerato per lungo tempo come insegna d’autorità («bastone di comando») o come un rudimentale fermaglio, mentre serviva per lisciare e rendere dritte le aste di freccia. Tali strumenti, che compaiono per la prima volta nell’industria aurignaziana, furono soprattutto frequenti nella civiltà magdaleniana, nella quale sono spesso decorati con incisioni e sculture a carattere zoomorfo. Alcuni tipi sono stati usati fino a tempi molto recenti dagli Eschimesi.

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