Placca

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placca


s. f. [dal fr. plaque, der. di plaquer: v. placcare]. – Genericam., pezzo di metallo, di pietra o di altra materia, largo e piatto (sinon., in alcune accezioni, di piastra). In partic.: 1. a. Piccola lamina di metallo (solitamente di ottone) con incisi alcuni segni (numeri o lettere), portata come distintivo sulla manica o sul petto del vestito degli addetti a taluni servizî pubblici. b. Decorazione degli ordini cavallereschi, a raggiera, a stella o a croce, solitamente d’argento o d’oro, del diametro di 6-9 cm, caricata al centro dell’emblema dell’ordine: è concessa ai cavalieri degli ordini supremi, ai cavalieri di gran croce, ai grandi ufficiali, e si porta sul lato sinistro del petto all’altezza del cuore. 2. Nella tecnica: a. Matrice di bronzo per l’impressione di fregi o diciture sulla coperta di legature in serie. b. Negli accumulatori elettrici, lo stesso che piastra. c. In un tubo elettronico, l’elettrodo a potenziale positivo più elevato, su cui si raccolgono gli elettroni o, eventualmente, gli ioni negativi; sinon. di anodo. d. Nei tubi a raggi catodici, placche (o placchette) di deflessione, elettrodi metallici, opportunamente foggiati e disposti, che hanno il compito di deflettere il fascetto elettronico. e. In fonderia, placca-modello, piastra alla quale sono fissati generalmente più modelli per la formatura, spec. di piccoli oggetti fabbricati in grande serie. f. Negli impianti frigoriferi, p. refrigeranti, pannelli sistemati nelle celle o negli armadî frigoriferi per raffreddare l’ambiente; constano di cassette piene di salamoia oppure di lamine metalliche su cui sono saldati tubi a serpentino, nei quali circola la salamoia refrigerante. 3. Utensile da cucina, piatto, a bordi bassi, in acciaio inossidabile o in rame stagnato, adoperato per arrosti al forno (p. per arrostire), oppure, con bordi rialzati, per cuocere pietanze a bagnomaria (p. per bagnomaria). 4. Nell’alpinismo, superficie di roccia liscia o, anche, di ghiaccio, verticale o quasi, con scarsi appigli, superabile quindi con difficoltà in un’ascensione: parete a placche. 5. In geologia, p. litosferica, lo stesso che zolla litosferica; tettonica a placche, lo stesso che tettonica a zolle. 6. In biologia, denominazione comune a molteplici formazioni, differenti per grandezza, struttura e significato, che nel loro disegno generale richiamano una placca. In partic.: a. P. cribrosa (meno com. piastra cribrosa), in organismi vegetali, porzione ben delimitata della parete cellulare, attraversata da tanti pori e formata dal deposito ineguale di cellulosa sulla parete. b. P. motrice, in neurofisiologia, struttura di giunzione tra una fibra nervosa di moto e una fibra muscolare, costituita da una porzione specializzata della membrana della cellula muscolare caratterizzata da una serie di introflessioni del sarcolemma ove sono localizzati i recettori specifici, nelle quali giunge il neurotrasmettitore liberato dalle terminazioni nervose. c. In embriologia, p. (o lamina) laterale, sinon. di ipomero; p. etmoidale, lamina cartilaginea del condrocranio, derivata dalla fusione delle cartilagini precordali. 7. In medicina: a. Nome di varie formazioni patologiche, a struttura appiattita, di diversa natura e origine: per es., le pseudo-membrane che si formano nella bocca nel corso di tonsilliti e altre infiammazioni; le chiazze, le grosse papule o più in generale i rilievi cutanei di forma rotondeggiante dovuti ad affezioni del cuoio capelluto e della pelle; i focolai multipli di lesione proprî di alcune affezioni del sistema nervoso (le p. senili, quelle della corteccia cerebrale); i rilievi circoscritti, costituiti da una capsula fibrosa contenente materiale necrotico ricco di lipidi, presenti nell’aorta e nelle coronarie (p. ateromasiche), ecc. P. dentali, formazioni ricche di mucina che si sviluppano, aderendovi tenacemente, sullo smalto dentale e che, di consistenza gelatinosa all’inizio, tendono a calcificarsi trasformandosi in tartaro: sono costituite essenzialmente da colonie batteriche (p. batteriche) le quali, attraverso le tossine cui danno origine e l’azione meccanica che svolgono una volta calcificate, rappresentano il fattore eziologico iniziale sia della carie dentale sia della malattia del paradenzio o piorrea alveolare. b. Con il sign. originario e più generico, il termine è inoltre usato per indicare alcuni apparecchi usati in terapia e chirurgia: p. attive, apparecchi mobili impiegati in ortognatodonzia; placche per chirurgia ossea, ecc. ◆ Dim. placchétta, con accezioni proprie (v. la voce).

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