Piccino

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piccino


agg. [forma vezz. di piccolo1, attrav. una palatalizzazione della geminata velare -kk-, fenomeno presente anche in altri derivati della radice *pikk-]. – 1. Piccolo, detto spec. di bambini in relazione all’età, alla statura, allo sviluppo mentale: ha un figlio ancora p.; non paga il biglietto, è piccino; è troppo p. per comprendere queste cose; spesso raddoppiato: piccino piccino; anche di animali: un gattino piccino piccino. Come attributo di persona adulta, con riferimento alla statura, è fortemente dim. e talora scherzosamente vezz.: una donnina piccina piccina (e in favole per bambini: una donnina piccina piccina picciò); con riferimento al modo di pensare, di ragionare e di comportarsi ha invece una connotazione spreg. e vale gretto, meschino (cfr. piccineria): è p. di mente; ha una mente p.; è un’idea piccina. Fig., nella frase farsi piccino piccino, di chi cerca di passare inosservato, per umiltà, vergogna, confusione, timore: Renzo ammutolisce, diventa piccino piccino, vorrebbe sparire (Manzoni). Non com. riferito a cosa, e sempre con tono fortemente vezz. o scherz.: una casetta piccina piccina. 2. Frequente l’uso sostantivato, per indicare bambino o bambina: che fai, piccino (o piccina)?; una rappresentazione divertente per grandi e piccini; riferito talvolta anche ai nati di animali, soprattutto rispetto alla madre: una cagna coi suoi piccini. In tono familiarmente affettuoso (ma talora iron.) si dice anche di o a persona adulta: devi avere pazienza, piccino mio, sono cose che capitano; hai combinato un bel guaio, piccina! ◆ Dim. piccinino, usato con funzione di agg. o s. m. (f. -a), nelle stesse accezioni di piccino, con maggiore accentuazione del tono affettivo o commiserativo (a Milano, nel passato, piccinina era il nome dato alle commesse apprendiste in negozî di modisteria e di sartoria); poco com. i dim. piccinèllo e piccinétto.