piazza s. f. [lat. platĕa «via larga, piazza» (dal gr. πλατεῖα, propriam. femm. di πλατύς «largo»); cfr. platea, che risale a una variante lat. platēa con e lunga]. – 1. a. Area libera, più o meno spaziosa, di forma quadrata, rettangolare, circolare, poligonale, che si apre in un tessuto urbano, al termine di una strada e più spesso all’incrocio di più vie, e che, limitata da costruzioni, spesso architettonicamente importanti, e abbellita talvolta da giardini, monumenti, fontane, ha la funzione urbanistica di facilitare il movimento ed eventualmente la sosta dei veicoli, di dare accesso a edifici pubblici, di servire da luogo di ritrovo e di riunione dei cittadini, costituendo non di rado il centro della vita economica e politica della città o del paese. Nella toponomastica, il nome della piazza può essere allusivo alla sua funzione, per es. p. del mercato (detta anche, in varie località, p. delle Erbe, che indicherebbe propriam., almeno in origine, il mercato all’aperto di frutta e verdura, o più brevemente piazza); in altri casi, fa riferimento a un palazzo pubblico, alla sede di un’autorità, a una chiesa, sia in modo generico (p. del Duomo, p. del Comune o del Municipio, p. del Tribunale, p. della Borsa, p. del Teatro), sia con denominazioni di più precisa identificazione: P. San Pietro e P. del Popolo (dalla chiesa di S. Maria del Popolo) a