Pianura

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pianura


s. f. [der. di piano1]. – 1. Estensione di terreno più o meno vasta, caratterizzata da una superficie uniformemente orizzontale o con differenze di livello molto lievi, posta in genere a non elevata altezza sul mare: percorrere, attraversare la p.; scendere in (o alla) p.; una regione tutta in p.; terreni, poderi, campi in p. (contrapposti a quelli di collina o di montagna); le città, i paesi di pianura. Con riguardo all’aspetto e all’andamento della superficie si distinguono: p. ondulate, quelle che presentano ondulazioni lievi e irregolari; p. a pendio, quelle che hanno una debole inclinazione; p. concave (o a bacino), quelle che pendono verso la parte centrale; secondo la collocazione rispetto alle terre emerse, si hanno p. interne e p. periferiche. In geologia e in geografia fisica si distinguono inoltre, con riguardo all’origine, p. di accumulo alluvionale, formate da alluvioni costituite da ciottoli, ghiaie, sabbie e argille (tra le pianure più estese di questo tipo, sono quelle della valle del Tigri e dell’Eufrate, quella del Nilo, quella dell’Indo e, in Italia, la Pianura Padana); e p. litorali, dovute all’accumulo di materiali di origine fluviale e marina che porta al riempimento di lagune e golfi. 2. In araldica, campagna ridotta alla metà della sua altezza. ◆ Dim. pianurétta.

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