Pésto

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pesto


pésto agg. e s. m. [der. (o, più prob., part. pass. senza suffisso) di pestare]. – 1. agg. Pestato (e, meno com., calpestato): Perché tutti sul p. cammino, Dalle case, dai campi accorrete? (Manzoni); pepe, sale, origano p.; In un piatto poco cupo Poco pepe pesto cape, noto scioglilingua. In usi estens. e fig.: buio p., fittissimo, senza la minima luce; avere gli occhi p., violacei per una botta, oppure lividi e smorti per malattia o stanchezza (region., anche come sost.: avere i p. agli occhi, i lividi): Quando nell’alba suona la sirena Strisciano fuori dai letti scarmigliati. Scendono in strada con la bocca piena, Gli occhi p. e gli orecchi rintronati (P. Levi); avere le ossa peste, tutte peste, sentirsi il corpo indolenzito per malattia, stanchezza o per le percosse subìte. 2. s. m. Mescolanza di varî ingredienti pestati insieme (sinon. di battuto2): fare un p. di aglio e cipolla. In partic.: a. Impasto di carne tritata e condimenti varî usato come ripieno: pesto per gli agnolotti, per i tortellini. b. Condimento per minestrone o paste asciutte, caratteristico della cucina ligure, preparato pestando nel mortaio foglie di basilico (in quantità abbondante), pinoli e aglio, con formaggio pecorino sardo grattugiato, fino a ottenere un impasto omogeneo che si diluisce con olio: trenette al p. (o col pesto), piatto tipico genovese. 3. s. m. Nella fabbricazione della carta, pasta greggia ricavata dalla macerazione e pestatura degli stracci con acqua.

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