Patrìzio

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patrizio


patrìzio s. m. e agg. (f. -a) [dal lat. patricius, der. di pater -tris «padre», che al plur., patres, poteva indicare sia i patrizî sia i senatori]. – 1. Nell’antica Roma, membro delle famiglie degli appartenenti all’antica classe dominante (patres), i cui capi sedevano nel senato (la parola patricius veniva perciò a significare «figlio di padre libero; nobile»): le lotte fra i p. e i plebei; Cornelia era una ricca p. romana. Come agg., dei patrizî, tipico della classe patrizia: famiglia, gente p.; l’arroganza patrizia. 2. Negli ultimi tempi dell’Impero romano d’Occidente, titolo che, di fatto, rappresentò l’autorità suprema in ogni ramo dell’amministrazione. 3. Per estens., in età moderna, la parola equivale genericam. a nobile, appartenente cioè a famiglia nobile, aristocratica, spec. come agg.: essere di sangue p.; il dotto e il ricco ed il p. vulgo (Foscolo). In senso più ristretto e specifico, titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di nobile.

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