Paràliṡi

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paralisi


paràliṡi (ant. paraliṡìa, parlaṡìa, parleṡìa) s. f. [dal lat. paraly̆sis, gr. παράλυσις «allentamento, rilassamento», der. di παραλύω «sciogliere, rilassare», comp. di παρα- «para-2» e λύω «sciogliere»]. – 1. In medicina: a. La perdita della funzione muscolare, di solito dovuta a una lesione delle vie nervose motorie (p. organica), ma anche a cause funzionali (p. isterica). In partic.: p. flaccida (o periferica o atrofica), perdita della motilità volontaria che si accompagna a diminuzione del tono muscolare e del trofismo – per cui i muscoli appaiono flaccidi e assottigliati e attraversati di tanto in tanto da contrazioni fibrillari –, a scomparsa dei riflessi profondi, a modificazioni della eccitabilità elettrica dei nervi e muscoli colpiti; p. spastica, perdita della motilità volontaria che si accompagna ad aumento del tono muscolare, quindi a contrattura o spasticità, aumento dei riflessi profondi, indebolimento o scomparsa di quelli superficiali, inversione del normale riflesso plantare, quando colpisce gli arti inferiori, e presenza di altri riflessi patologici; p. progressiva (o generale), affezione di origine luetica che colpisce il cervello, caratterizzata da sintomi psichici e neurologici e da un progressivo stato demenziale; p. agitante, lo stesso che morbo di Parkinson (v. morbo); p. infantile, denominazione comune della poliomielite anteriore acuta (v. poliomielite). Con riferimento al nervo facciale, p. a frigore (dove a frigore è locuz. lat. che significa «da freddo»), paralisi talora attribuibile a perfrigerazione, ma più spesso a genesi non precisabile, di tipo «periferico», in cui sono colpiti tutti i muscoli mimici innervati dal nervo facciale dello stesso lato (a differenza della paralisi «centrale», ossia conseguente a lesione endocranica, in cui sono colpiti solo i muscoli facciali inferiori, controlaterali rispetto alla lesione stessa). b. Per estens., la soppressione di una funzione neurologica non motoria: p. della sensibilità. Più in generale, fuori del linguaggio medico, situazione (determinatasi per lo più improvvisamente) di torpore intellettuale, psichico o morale, di incapacità ad agire o a decidere, e sim.: una specie di paralisi ha finito per impossessarsi del mio pensiero e della mia fantasia (Cardarelli). 2. fig. Arresto totale di un’attività o di un complesso di attività, stasi nelle normali funzioni di qualche cosa: la p. delle industrie, del commercio; lo sciopero ha provocato la p. completa del movimento ferroviario.