Palla¹

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palla1


palla1 s. f. [dal longob. palla, forma corrispondente al franco balla (v. balla1)]. – 1. a. Sfera usata in varî tipi di giochi e di sport (in alcuni dei quali, come per es. il rugby, può avere forma ovale), di gomma piena o vuota, di cuoio con camera d’aria, e sim., di dimensioni e peso diverso a seconda che venga messa in moto col piede (in questo caso il termine si alterna con pallone), con le mani o con particolari strumenti (mazza, bastone, bracciale, tamburello, racchetta, ecc.): giocare a p., con la p.; lanciare, tirare, prendere la p.; p. da basket. Com. le espressioni fig.: prendere, cogliere la p. al balzo, sfruttare abilmente l’occasione favorevole; essere, tenere, restare in palla, in buone condizioni fisiche, in forma (anche mettersi, rimettersi in p., rimettersi in buona salute, in buono stato). In partic., nei varî giochi e attività sportive: battere la p., iniziare il gioco dando alla palla il primo colpo; mandare o passare la p., tirarla a un compagno di gioco (anche in senso fig., in riferimento a un’azione o un compito trasmessi a qualcuno ai fini di un intervento risolutivo in un processo con numerose fasi: dopo lo sciopero sindacale, la p. passa al governo); rimandare la p., inviarla di nuovo sul campo avversario; rimettere la p., farla pervenire a un compagno; tagliare la p., colpirla in modo da darle l’effetto, per farle compiere una traiettoria diversa dalla normale, non facilmente prevedibile dall’avversario. Palla-gol, nelle cronache calcistiche, pallone che offre a una squadra un’ottima occasione per andare in rete: creare, o perdere, una palla-gol. b. Il termine, accompagnato da opportune determinazioni, costituisce la denominazione di numerosi giochi: p. avvelenata, gioco, praticato tra due squadre, nel quale la palla viene lanciata in aria e chi la prende deve tentare di colpire un giocatore avversario, che viene in tal modo eliminato (vince la squadra che rimane con più giocatori); p. basca, la pelota; p. lanciata, gioco d’origine tedesca, disputato tra due giocatori che, stringendo ciascuno l’estremità di un cavo di gomma al cui centro è infilata una palla di crine rivestita di cuoio, imprimono al cavo un movimento rotatorio cercando di colpire con la palla l’avversario; p. spinta, gioco praticato tra due squadre (di 5 giocatori ciascuna) con un pallone avente caratteristiche uguali a quello del calcio, che non può essere colpito in nessun caso con i piedi, ma lanciato a due mani portando le braccia in alto; p. al cesto, denominazione ormai disusata per il gioco della pallacanestro; p. ovale (o pallovale), denominazione ital. dello sport del rugby, di scarso uso; p. da scanno, antico gioco (dal quale ha avuto origine quello del tamburello), così chiamato dall’attrezzo (scanno) col quale i battitori colpivano la palla, sia al volo sia di rimbalzo; p. al tamburello, denominazione ufficiale, di uso non frequente, del gioco del tamburello; per p. a canestro, p. a nuoto, p. a volo, ecc., vedi le forme graficamente unite pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, ecc., più frequenti nell’uso. c. Per estens., l’azione compiuta con la palla: p. buona, colpo valido per il punteggio. 2. Oggetto, corpo di forma sferica o rotondeggiante: una p. di vetro, di marmo; palle di legno (quelle, per es., usate nel gioco delle bocce); le p. dell’albero di Natale; palle da biliardo, d’avorio o di plastica speciale usate in questo gioco (scherz., avere la testa come una p. da biliardo, completamente calva); fam., le p. degli occhi, i globi oculari: guardami nelle p. degli occhi! Anche, qualsiasi sostanza raccolta e conglobata in forma di sfera: una p. di neve, di sabbia; una p. di cera; una p. di gelato; una p. di filo di lana, un gomitolo. In senso fig., scherz., p. di lardo: persona molto grassa. In partic.: a. Peso che un tempo era attaccato alla catena con cui si legavano i piedi dei carcerati (e fig., essere una p. al piede, essere di peso, di ostacolo). b. Sfera di metallo o di pietra a coronamento di una guglia o della lanterna di una cupola: la p. della cupola di S. Pietro. c. Piccola sfera di legno usata un tempo nelle votazioni, bianca per il voto favorevole, nera per il voto contrario: votare p. bianca, p. nera. d. In artiglieria, prima denominazione dei proiettili sferici di pietra o di ferro impiegati anticamente dalle artiglierie ad anima liscia: p. roventi o infuocate, che venivano introdotte roventi nei pezzi d’artiglieria, per incendiare navi o costruzioni in legno (in senso fig., tirare a p. infuocate, polemizzare con violenza); p. incatenate, congiunte in coppia con una catena o con una sbarra. Nella moderna artiglieria ad anima rigata, impropriam., tipo di proiettile oblungo caratterizzato da particolari attitudini perforanti. Nell’uso com. si chiamano ancora talvolta palle (o, più spesso, pallottole) i proiettili sparati da armi da fuoco in genere: una p. nemica lo colpì. e. Recipiente di vetro, o di altro materiale, tondo come una palla: una p. piena d’acqua in cui nuotava un pesciolino rosso; una p. di cristallo piena di fiori. f. P. del cavolfiore, del broccolo, infiorescenza a grappolo composto, molto ramificata, ma con tutti gli assi raccorciati e carnosi e con fiori ridotti a minuti abbozzi claviformi, densamente stipati. g. P. di neve, altro nome della pianta detta comunem. pallone di maggio. h. In medicina, cuore a palla, nome dato, per il suo aspetto rotondeggiante, a un’immagine radiologica del cuore ingrandito, caratteristica di alcune condizioni morbose; tumore a palla, tumore polmonare, a partenza dai bronchioli periferici, che all’esame radiografico si presenta come un’ombra opaca, di forma rotondeggiante. i. pop., volg. Al plur., i testicoli: toccarsi le p., come gesto di scongiuro, di scaramanzia; com. anche in locuzioni fig.: rompere le p. a qualcuno, infastidirlo, seccarlo, importunarlo; far (o rifl. farsi) girare le p., provocare (o provare) stizza, irritazione: mi fai girare le p. se non torni entro cinque minuti; averne le p. piene, non poterne più; essere una rottura di p., una gran noia, una seccatura; stare sulle p., essere antipatico: quel tipo sta sulle p. anche a sua madre; levarsi, togliersi dalle p., andarsene (e levarsi qualcuno dalle p., liberarsene); far cadere le p., restare delusi per lo sconforto o il disgusto; avere le p. (anche, avere le p. quadrate), avere un carattere forte, risoluto; non avere le p., mancare di coraggio: non ha avuto le p. di dirglielo in faccia; non ho le p. per andarmene; farsi due p. (così), annoiarsi terribilmente o fare molta fatica, e come esclam.: che palle! (anche, due palle!), per indicare noia, fastidio, insofferenza. l. fam., fig. Discorso, ragionamento, libro, film, situazione e sim. insoddisfacenti, noiosi, insulsi: quel video era proprio una p.! Non si poteva vederlo così, siamo andati avanti con lo scorrimento veloce (Aldo Nove). Anche di persona: il suo nuovo fidanzato è proprio una palla. m. pop., fig. Nel linguaggio colloquiale, bugia: non è il tipo che si inventa una p. simile, non è bugiarda (Lidia Ravera). n. pop. Locuz. a palla, al massimo, a tutta velocità: sentire la musica a p.; mettere la radio a p.; gli piace il brivido di andare a palla in macchina!; oppure avere gli occhi a p., sgranati. 3. In araldica, elemento decorativo a forma di sfera, ombreggiata in modo da figurare in rilievo; sei palle in campo oro erano presenti nello stemma della famiglia fiorentina dei Medici (da qui la locuz. tosc. ant. fare a palle e santi, che indicava un gioco analogo a quello di testa o croce, ma riferita alle monete toscane sulle cui facce erano raffigurati rispettivam. le palle emblema dei Medici e s. Giovanni Battista). ◆ Dim. pallina (v.), pallino m. (v.), pallétta (v.), pallettina, pallòtta (v.), pallòttola (v.); spreg. pallùccia; accr. pallóna, pallóne m. (v.), pallettóne m. (v.); pegg. pallàccia.