Opinióne

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opinione


opinióne (ant. oppinióne) s. f. [dal lat. opinio -onis, affine a opinari «opinare»]. – 1. Concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, fenomeni, manifestazioni, quando, mancando un criterio di certezza assoluta per giudicare della loro natura (o delle loro cause, delle loro qualità, ecc.), si propone un’interpretazione personale che si ritiene esatta e a cui si dà perciò il proprio assenso, ammettendo tuttavia la possibilità di ingannarsi nel giudicarla tale: fino a che non sia dimostrata la verità, tutte le o. possono essere ugualmente vere o false; o. valida, probabile, assurda; l’o. dei più, della maggioranza; o. radicata, inveterata; è ormai o. invalsa, prevalente, comune, generale, unanime, universale; formarsi un’o. propria; dire, esprimere la propria o.; io la penso così, ma, ripeto, questa è solo una mia o. (o una semplice o., nulla più che un’o.); secondo la mia modesta o., oppure la mia debole o. sarebbe che ..., modi di presentare modestamente il proprio giudizio, di esprimere un parere o di affacciare una proposta; non mi sono fatto ancora un’o. in merito; sono convinto della mia o.; mi confermo sempre più nella mia o.; nonostante la smentita dei fatti, rimango della mia o.; anche questa è un’o., frase (spesso iron.) con cui ci si mostra disposti ad accordare credito alle ipotesi e ai giudizî altrui; qual è la tua o. in proposito?; ha delle o. tutte sue; non è possibile rimuoverlo dalla sua o.; difendere, sostenere le proprie o.; confutare, combattere un’o.; voler imporre agli altri le proprie o.; conflitto d’opinioni; accedere, aderire all’o. di qualcuno; condivido la tua o.; credo che anche tu sia della mia o., che anche tu la pensi come me. In partic., essere d’o. (o dell’o.), espressione con cui s’introduce la manifestazione del proprio punto di vista circa provvedimenti da prendere, sulla condotta da seguire, e sim.: sono d’o. che si debba insistere ancora (cfr. le locuz. equivalenti essere del parere, essere d’avviso); non sono di questa o., per affermare chiaramente il proprio disaccordo su quanto altri giudica o propone o ritiene opportuno. Nel linguaggio giur. è detta o. comune l’opinione prevalente dei giuristi in una determinata questione di diritto. È direttamente contrapposto a «fatto certo, positivo» nella frase prov. l’aritmetica (o la matematica) non è un’o., a proposito di verità inoppugnabili o fatti certi e provati, che bisogna accettare per quello che sono. Talora ha senso più vicino a convinzione, principio, soprattutto in materia morale, religiosa, politica, sociale: avere o. sospette, poco ortodosse; gente che cambia opinioni a ogni mutar di vento; non avere opinioni, essere privo di personalità morale; professare un’o., manifestarla abitualmente e francamente con le parole e nei fatti; avere il coraggio delle proprie o., sostenerle a viso aperto e comportarsi in modo coerente con esse; reati di o., denominazione di una categoria di reati, che comprende gran parte dei delitti contro la personalità dello stato, con particolare riferimento ai reati di propaganda e apologia sovversiva, nonché di vilipendio della Repubblica e delle istituzioni costituzionali. Con valore collettivo, l’o. corrente, l’o. dominante, l’atteggiamento ideologico, politico, morale, prevalente in un determinato momento storico: fu dunque il segretario dell’o. dominante, il poeta del buon successo (F. De Sanctis, con riferimento a V. Monti). 2. Stima, considerazione che si ha di una persona (cfr. l’uso analogo di concetto): ho buona o. di lui; non ho mai avuto grande o. delle sue capacità; ha un’alta o. di sé, del proprio ingegno, e sim., di persona presuntuosa. 3. Opinione pubblica: il giudizio e il modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini, o anche questa maggioranza stessa, in quanto ha esigenze, convinzioni, atteggiamenti mentali comuni: avvenimenti che muovono, che interessano l’o. pubblica; l’o. pubblica ha diritto di essere informata; i giornali si fanno spesso interpreti dell’o. pubblica; guidare, influenzare, condizionare l’o. pubblica; essere assolto, condannato dall’o. pubblica. In qualche caso l’espressione allude piuttosto ai pregiudizî, alle convenzioni sociali: essere schiavo dell’o. pubblica; sfidare l’o. pubblica, disinteressarsi del giudizio della gente. Con riferimento all’opinione pubblica, sondaggio d’opinione, indagine statistica compiuta su un campione della popolazione per saggiare opinioni e reazioni su argomenti varî (divorzio, partiti, elezioni, personaggi pubblici e sim.).