Nimbo

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nimbo


s. m. [dal lat. nimbus «nembo, nuvola carica di pioggia», e poi «nuvola luminosa intorno a figure divine»]. – 1. Forma letter. ant. per nembo, nel sign. generico di nube scura, densa, tempestosa (senza dunque il sign. più specifico che nembo ha in meteorologia). 2. a. Disco di luce, talora cinto di raggi (n. radiato) o con inserzione di figure simboliche, che viene posto sulla testa (o dietro a essa) in immagini di divinità e di esseri divinizzati; attributo già nell’arte greca (prima nella pittura e in vasi dipinti, poi anche in scultura) di alcune divinità pagane, in partic. quelle della luce (come Elio, cioè il Sole, e Artemide, cioè la Luna), poi riconosciuto a figure divinizzate di imperatori romani, dal 6° sec. d. C. ha applicazione costante alla figura di Cristo (n. crocifero, n. monogrammatico, quando vi sono inseriti rispettivam. la croce o il monogramma X), e successivamente è adoperato per la Vergine, gli angeli, gli apostoli e i santi. Nelle pitture paleocristiane, nei mosaici bizantini e negli affreschi romanici, un particolare nimbo di forma quadrata (detto n. quadrato o pseudo-n.) contrassegna, in un consesso di santi, martiri e beati, una persona di grande dignità vivente al tempo dell’esecuzione dell’opera (quasi sempre si tratta di un papa o di un vescovo, talvolta del committente). Il nimbo è anche attributo comune di Budda. Il termine è spesso considerato sinon. di aureola, che però indica più propriam. il cerchio (cioè l’anello) luminoso o metallico che circonda la testa della figura. b. Usi estens. e letter. Corona di luci, di fiori intrecciati o d’altro: c’era la statua della Madonna, ... con la testa circondata da un n. di lampadine (Moravia). Alone luminoso: Romantica Luna fra un n. leggero (Gozzano). Capigliatura che incornicia il volto come un’aureola: la pura Tua fronte ricinta d’un n. (Pascoli).

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