Mòlla

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molla


mòlla s. f. [der. di mollare1]. – 1. a. Organo meccanico suscettibile, per la sua particolare conformazione, di subire sotto forze relativamente modeste notevoli deformazioni elastiche e quindi di immagazzinare una grande energia elastica che viene restituita al cessare dell’azione deformante. Variamente utilizzate, sia in oggetti d’uso comune sia come elemento essenziale in numerose macchine, si distinguono, con riferimento alle sollecitazioni prevalenti che generano la deformazione, m. di flessione e m. di torsione: appartengono al primo gruppo le m. a lamina, le m. a foglie sovrapposte (m. a balestra, a doppia balestra), le m. a elica cilindrica, (sollecitate da coppie contenute in piani perpendicolari all’asse dell’elica), le m. a spirale piana (avvolte attorno a un perno, come quella dell’orologio, e anch’esse sollecitate da forze dirette perpendicolarmente all’asse); appartengono al secondo tipo le m. di torsione elicoidali che, a differenza delle corrispondenti di flessione, sono sollecitate alle estremità da forze di compressione o di trazione dirette lungo l’asse dell’elica, le m. a bovolo, formate da una lamina avvolta a elica conica sollecitata da forze dirette secondo l’asse dell’elica. Esistono anche m. ad anelli, formate da una serie di anelli a sezione pentagonale in acciaio temperato combacianti sulle superfici interne troncoconiche di un’altra serie di anelli: gli anelli delle due serie, per effetto di una compressione, subiscono una deformazione elastica comportandosi da ammortizzatori; in modo analogo funzionano le m. a tazze, composte da dischi forati, in forma leggermente conica, disposti in modo da presentare la concavità alternatamente orientata in un verso e in quello opposto. Le m. del letto, del materasso, delle poltrone, del divano (per lo più di grosso filo d’acciaio a elica cilindrica); la m. del percussore del fucile; la m. di un coltello a serramanico; motore a molla (per es., quello di molti giocattoli); serratura, chiusura a molla, che funziona per mezzo di una molla; far scattare la m. (anche in senso fig., suscitare una reazione vivace e immediata). In similitudini: si alzò d’improvviso, come spinto da una m., di scatto, con grande energia; scattare come una m., di persona che reagisce con prontezza e vivacità; e con riferimento alla rapidità e immediatezza di un’azione: quando ti dò un ordine devi scattare come una molla. b. fig. Impulso, stimolo, forte spinta ad agire: l’ambizione è la sua m. segreta; la sete di guadagno è per molti una m. potente di attività. 2. Al plur., arnese formato da una stretta e robusta lamina metallica, curvata in modo da formare due bracci accostabili elasticamente, con cui si attizza il fuoco, si prende e rimuove la brace accesa, ecc. Anche, nome di arnesi simili ma più piccoli, per i quali si alterna con il dim. molletta (v. molletta1) o con il sinon. pinza. Frequente con uso fig. la locuz. da prendere o da pigliare con le m., riferita a cosa che è o è ritenuta abnorme, inaudita, clamorosa: errore, sproposito da prendersi con le m.; s’incomincia a temere che il re ne abbia combinata una da pigliarsi con le m. (Palazzeschi); con altro senso, di cosa che dev’essere affrontata con delicatezza, con tatto: un argomento, una questione da prendere con le m.; o di persona difficile da trattare, facile alla suscettibilità e al risentimento: è un tipo da pigliare con le m.; ha un carattere da prendere con le molle. ◆ Dim. mollétta (v. molletta1), mollettina, mollicina; accr. mollóne m. (v.); pegg. mollàccia.

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