Manicòmio

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manicomio


manicòmio s. m. [comp. del gr. μανία «pazzia» e -comio]. – Sinon. di ospedale psichiatrico, usato soprattutto quando esso era concepito, più che come luogo di cura, come luogo di ricovero dei malati di mente: ricoverare, chiudere, internare in m.; andare, finire al m., anche con sign. estens. e fig., diventare pazzo, ammattire (se continua così, finisco al m., finiamo tutti al m.; e, con sign. analogo, mandare al m.); m. criminale e. m. giudiziario, espressioni sostituite nell’uso ufficiale giuridico (1975) con l’attuale denominazione di ospedale psichiatrico giudiziario, istituto in cui vengono rinchiuse, come misura di sicurezza, persone che pur avendo commesso reati sono state prosciolte per infermità psichica, per intossicazione cronica da alcol o stupefacenti, o per sordomutismo non curato. Locuzioni fig.: roba da manicomio, a proposito di cose, fatti, comportamenti cui si stenta a credere; è un m., fam. scherz., detto di un luogo pieno di confusione, di una situazione complicata in cui non ci si riesce a raccapezzare e sim.