Mandare

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mandare


v. tr. [lat. mandare «affidare», prob. da man(um) dare «dare la mano»]. – 1. ant. Ordinare, comandare, dare un incarico (cfr. mandante e mandato): incontanente mandò che i due giovani fossero dal palo sciolti (Boccaccio); il sign. è tuttora vivo in espressioni del linguaggio burocr.: mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. 2. Riferito a persona (come compl. oggetto): a. Far sì che altri vada, per lo più in un luogo determinato e per un dato scopo, influendo comunque sulla sua volontà: è l’ora di m. i bambini a letto; lo mandarono a combattere in prima linea; fu mandato in esilio; Giudica e manda secondo ch’avvinghia (Dante), con riferimento a Minosse, il quale assegna i peccatori ai varî cerchi dell’inferno indicandone il numero di posizione con gli avvolgimenti della coda (ma nell’uso corrente si ripete l’espressione giudica e manda come se manda avesse valore assol., di chi giudica e decide con pieno arbitrio); missionario mandato in Africa a predicare il Vangelo; uomo mandato da Dio, dalla Provvidenza, di chi compie opere che sembrano provvidenziali. Spesso è accompagnato da un predicato che determina l’ufficio: il senato lo mandò proconsole in Africa; fu mandato ambasciatore a Mosca; lo mandarono all’Aquila commissario (o come commissario) d’esami. Talvolta, spec. nel linguaggio fam., permettere, lasciare che altri vada: mamma, mi mandi al cinema (o a ballare) oggi? b. In alcuni casi è taciuta la persona che si manda, e messo in rilievo solamente lo scopo: mandò (sott. ambasciatori) a chiedere la pace; manda a chiamare il medico, l’idraulico (anche più semplicem. manda per un medico, per l’idraulico); m. a dire, far sapere per mezzo di interposta persona (non glielo mandai a dire dietro, o semplicem. a dire, glielo dissi in faccia); con questo sign., anche, nell’uso ant., mandar dicendo: Madonna Francesca ti manda dicendo che ora è venuto il tempo (Boccaccio), o semplicem. mandare: avendogli ella il dì mandato che egli a cena ... con lei andasse (Boccaccio). Prov., chi vuole vada e chi non vuole mandi, chi vuole ottenere qualche cosa deve agire di persona. c. Per lo più seguito da avverbî, senza precisare il luogo in cui si manda, ha il sign. generico di allontanare, tenere lontano da sé: m. via, licenziare; l’hanno mandato via dopo il mese di prova; dopo un breve colloquio lo mandò via (anche semplicem. lo mandò) a mani vuote ma pieno di buone speranze; lo mandò in santa pace, con Dio, se lo levò di torno. Più genericam., m. in giro, con più accezioni, far uscire di casa, mandare qua e là con varî incarichi, costringere a girare con incombenze diverse, ecc. (determinando: lo manda in giro dalla mattina alla sera; lo manda in giro con questa stagione; lo manda in giro vestito come un pezzente, ecc.). 3. Riferito a cosa (come compl.): a. Far sì che un oggetto pervenga in un determinato luogo, inviare: mandò in dono alla sposa un vassoio d’argento; per la sua festa le manderò un mazzo di fiori, un biglietto di augurî, un telegramma; mi hanno mandato un volume in omaggio. Con l’indicazione del mezzo mediante il quale s’invia: m. per corriere, per posta, per vaglia, per pacco postale, per raccomandata. Ti mando saluti affettuosi, un bacio, un abbraccio, in formule epistolari (ma m. un bacio significa anche fare il gesto di inviarlo accostando le dita alle labbra); m. augurî, felicitazioni e sim.; e per contro m. un sacco di accidenti, di maledizioni. Con accezione partic., inviare, elevare, detto dell’uomo che rivolge alla divinità una preghiera o un’invocazione: Elettra ... a Giove Mandò il voto supremo (Foscolo). Riferito alla divinità, o a una forza superiore, dispensare agli uomini beni o mali: [Apollo] mandò loro un dolce sonno (Leopardi); prov., Dio manda il freddo secondo i panni; piove come Dio la manda, abbondantemente; che Dio ce la mandi buona!, esclam. di chi va incontro a gravi rischi. b. Indirizzare una cosa verso un luogo, provocandone più o meno volontariamente il moto, o regolandolo: m. la palla oltre la rete (assol., m. la palla, servire la palla in una partita di pallone toscano con bracciale, o in altri giochi); m. la freccia lontano; m. un cavo, in marina, stenderlo dalla nave ad altra nave o a terra o a una boa: il vento manda le onde contro gli scogli; con manovra sbagliata ha mandato l’automobile a sbattere contro il muro. Con determinazioni avverbiali: m. dentro, m. via, m. su, m. giù, m. fuori, ecc.; mandare giù, oltre al sign. generico, ha quello particolare di inghiottire: non ho fame, non riesco a mandar giù un boccone; anche in senso fig.: risolvette di mandar giù qualunque cosa piacesse all’altro di dire (Manzoni); una cosa, una persona che non riesco a m. giù, che non posso accettare o soffrire. c. Far uscire, emettere, emanare: il mostro mandava fuoco dalle narici; m. una voce, un gemito, un lamento, un’imprecazione; il leone mandò un ruggito; un legno che bruciando manda buon odore; la stufa mandava un calore discreto. d. region. Mettere in moto un meccanismo, farlo funzionare: l’acqua che manda la macina del mulino; non c’è vento sufficiente per m. la barca; Una macchina a vapore per mandar la ghigliottina (Giusti). 4. Con sign. particolare (dar corso, quindi accettare), nella frase d’uso com. non gliene manda una buona, non approva nessuna delle cose che fa o dice. 5. In varie locuz. (per lo più corrispondenti a locuzioni analoghe con il verbo andare), il sign. del verbo è determinato dal complemento che segue: m. all’aria, rendere vano, far sfumare, e sim.; m. avanti, rendere funzionante, far procedere (m. avanti l’azienda, e in frasi fam. e più espressive: m. avanti la baracca o la barca); ho mandato in disuso e in dimenticanza le fatiche e gli esercizi che giovano al ben essere corporale (Leopardi); m. a compimento, m. a effetto qualche cosa; m. in estasi, estasiare; m. in fumo, rendere vano, dissipare; m. per le lunghe, prolungare con inutili indugi; m. al macello, fig., condurre a sicura morte; m. in malora (alla malora, al diavolo, all’inferno, a quel paese, a farsi friggere, a farsi benedire), disfarsi con modi bruschi di una persona o trascurare una cosa al punto di guastarla definitivamente; m. a monte (o m. a carte quarantotto), rendere vano, non realizzare un progetto; m. a morte, far uccidere, condannare a morte (e m. all’altro mondo, m. al creatore, m. tra i più, uccidere o provocare la morte); m., o mettere, in onda, trasmettere alla radio o in televisione; m. a picco (a fondo) una nave, affondarla; m. a riva (v. a riva); m. in rovina (o m. a rotoli), rovinare finanziariamente; m. in visibilio, riempire di ammirazione stupefatta; m. a vuoto, far rimanere senza effetto; m. a mente, m. a memoria, imparare a memoria (con sign. vicino a quello originario di «affidare»). M. qualcuno da Erode a Pilato, farlo peregrinare da un luogo a un altro, da un ufficio a un altro senza prendere in considerazione il suo caso (con allusione all’episodio del Vangelo in cui Gesù, mandato da Pilato a Erode Antipa per essere giudicato, fu da questi ritenuto innocente, e quindi inviato nuovamente a Pilato). ◆ Part. pres. mandante, anche come s. m. e f. (v. la voce). ◆ Part. pass. mandato, anche come s. m., letter., messo, ambasciatore, legato: i mandati dell’imperatore.