Maiale

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maiale


s. m. [lat. maialis, forse perché si sacrificava alla dea Maia, madre di Hermes (Mercurio)]. – 1. a. (f. -a) Mammifero domestico della famiglia suidi, detto comunem. anche porco (e, con intenzioni più o meno eufemistiche, suino), appartenente alla stessa specie del cinghiale (Sus scrofa), dal quale è stato selezionato e con cui spesso si incrocia allo stato selvatico: è un animale onnivoro e assai prolifero (ogni parto dà in media da 8 a 9 piccoli), che ha un valore economico molto alto non solo per la produzione dell’ottima carne e del grasso (lardo, guanciale, pancetta, strutto), ma anche per i prodotti secondarî che se ne ricavano e che sono interamente utilizzati come alimenti o industrialmente (per es., le setole); ha corpo tozzo e pesante, con cranio assai sviluppato, muso assottigliato terminante nell’osso del grugno (osso fognaiolo), piedi con quattro dita, di cui le due del mezzo poggiate al suolo, le due laterali più corte e rudimentali, pelle ispessita in una cotenna rivestita di setole più o meno abbondanti, che ricopre il pannicolo adiposo sviluppatissimo. Nell’uso corrente la parola indica soprattutto il maschio castrato che si fa ingrassare per poi ammazzarlo e utilizzarne variamente le carni: m. di o da grasso, che è in via di ingrassamento; oppure la carne dell’animale, sia macellata, sia salata o insaccata: braciole, zampone, àrista, fegato di maiale. Il femm. maiala è di uso meno com. rispetto a scrofa. b. M. d’acqua, altro nome del capibara, roditore caviomorfo del genere idrochero. 2. (f. -a) In senso fig., volg., o in similitudini e come termine di confronto: a. Individuo molto sporco, che desta ripugnanza: non si lava mai, è una vera m.; si è ridotto come un m.; sembrate un branco di maiali! b. Individuo che mangia con animalesca ingordigia, o eccessivamente grasso e flaccido: non sa stare a tavola, sembra un m.; è grassa come una maiala. c. Individuo moralmente dissoluto, capace di turpi azioni: quel vecchio m. insidia le ragazzine. 3. Denominazione gergale di un particolare tipo di mezzo d’assalto, usato dalla marina militare italiana nella seconda guerra mondiale spec. per colpire unità nemiche nei loro porti, costituito da un grosso siluro opportunamente modificato per essere pilotato da due operatori muniti di apparecchi per la respirazione subacquea, in grado quindi di navigare sia in superficie sia in immersione. Il mezzo, derivato dalla mignatta della prima guerra mondiale, e denominato ufficialmente siluro a lenta corsa (aveva infatti una velocità massima di soli 4 nodi) o siluro pilotato, portava sino a 800 kg di alto esplosivo nella testa distaccabile. ◆ Dim. maialétto, e più com. maialino (anche in senso fig., in giudizî o frasi di scherz. e bonario rimprovero a bambini); spreg. maialùccio; accr. maialóne, spec. con uso fig. (tutti con il rispettivo femminile).

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