Lórdo

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lordo


lórdo agg. [lat. tardo dei glossarî lordus o lurdus o luridus, spiegati come «sordido, storpio», da cui nelle altre lingue romanze i sign. di «pesante» (per. es., fr. lourd) e «lento» (anche di mente; per es., spagn. lerdo); incrocio del lat. class. lūrĭdus «livido, pallido», con il gr. λορδός «curvo, piegato supino» (di persona, anche in senso osceno); v. lordosi]. – 1. Imbrattato di materia sudicia, di roba schifosa: strade l. d’ogni bruttura; i’ ti conosco, ancor sie lordo tutto (Dante). Più genericam., sudicio, sporco: calzoni l. di fango; mani l. di morchia, di sangue (anche in senso traslato, d’un assassino). Fig., insozzato di gravi colpe morali: essere l. di vizî; avere la coscienza l. dei più ignobili misfatti; se egli va in corte di Roma e vede la vita scellerata e l. de’ cherici (Boccaccio). 2. Come contrapposto di netto, in alcune locuz.: peso l., il peso d’una merce compresa la tara (recipiente, imballaggio, confezione, ecc.); stazza l., il volume complessivo interno d’una nave, misurato generalmente in tonnellate di stazza (1 t.s.l., cioè 1 tonnellata di stazza lorda = 2,832 m3); portata l., il carico totale che una nave può imbarcare, cioè la differenza fra il suo dislocamento a vuoto e quello corrispondente all’immersione al bordo libero; incasso l., senza la detrazione di eventuali spese; stipendio l., calcolato globalmente senza la detrazione delle ritenute varie per tasse, contributi, ecc.; e così reddito l., ecc.