lòggia s. f. [dal fr. loge «capanna, piccola stanza», che è il lat. tardo laubia, dato nei glossarî come equivalente del gr. σκηνή «tenda, padiglione», a sua volta dal franco *laubja «pergola, chiosco» (cfr. il lomb. lòbia «loggia»); il sign. architettonico si è sviluppato in ital., mentre il sign. 4 viene, attraverso il francese, dall’ingl. lodge] (pl. -ge). – 1. Edificio o parte di edificio (in questo secondo caso è più com. loggiato) comunicante direttamente con l’esterno su uno o più lati: si distingueva sullo sfondo una piazza e un edificio a logge, dalle finestre a sesto acuto, fittamente arabescato (P. Levi); l. dei mercanti, palazzo in cui, nei comuni medievali, avevano sede gli organi rappresentativi della corporazione dei mercanti o mercanzia (da questa funzione il termine fu usato spesso come sinon. di luogo di riunione, e far loggia, tener loggia ha significato talora «riunirsi, adunarsi»). Con lo stesso nome si indicano anche le gallerie a colonnati o arcate che si svolgono sopra al pianterreno intorno ai cortili dei conventi e dei palazzi rinascimentali (per es., le l. di Raffaello nei palazzi vaticani), e alcuni portici pubblici destinati a uso civico (come la l. dei Lanzi a