Lèva¹

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leva1


lèva1 (ant. lièva) s. f. [der. di levare «alzare»]. – 1. a. In fisica, macchina semplice che consiste in un corpo rigido (di norma costituito da una sbarra) girevole intorno a un asse fisso (detto fulcro) e soggetto all’azione di due forze (tradizionalmente dette l’una potenza e l’altra resistenza, ma che sarebbe più appropriato chiamare rispettivam. forza motrice e forza resistente) applicate in due suoi punti. Si distinguono: l. di primo genere, se il fulcro si trova tra i punti in cui sono applicate la potenza e la resistenza (per es., la bilancia); l. di secondo genere, se la resistenza è applicata tra il fulcro e la potenza (per es., la carriola); l. di terzo genere, se la potenza è applicata tra il fulcro e la resistenza (per es., le pinzette a molla). Si chiama vantaggio della l. il rapporto tra resistenza e potenza; conseguentemente una leva si dice vantaggiosa, indifferente o svantaggiosa a seconda che la potenza sia minore, uguale o maggiore della resistenza. b. Nel linguaggio com.: sollevare un masso con una l.; dar leva, e più com. far leva, operare, alzare con una leva: diedero con gran forza l. alla pesantissima cassa; fecero l. con una grossa sbarra di ferro; fare da l., servire di l., detto di strumento che venga usato come leva. c. fig. Stimolo efficace per muovere all’azione: l’interesse è una l. potente; far leva sui sentimenti di qualcuno, richiamarsi ai sentimenti che sono in lui più vivi, per vincerne la resistenza, spronarlo a compiere qualche cosa (analogam., fare leva sull’orgoglio, sulle debolezze di qualcuno). d. Nel linguaggio econ., l. del credito, il ricorso a una politica creditizia di finanziamento di nuove imprese, mirante a suscitare un maggior reddito e quindi maggior risparmio e maggiori investimenti. 2. a. Asta o barra, costituente una leva, sulla quale si agisce per azionare un dispositivo meccanico: l. di scambio, per manovrare gli scambî ferroviarî; l. del cambio, negli autoveicoli, per manovrare il cambio di velocità; l. di comando, la barra (detta anche cloche) con cui negli aeroplani il pilota governa il timone di profondità e gli alettoni. Fig., l. di comando, l’autorità di agire e i mezzi con cui si agisce per dirigere un’organizzazione qualsiasi: ha lui in mano tutte le l. del comando; nel linguaggio politico e giornalistico, leve del potere, i mezzi, ordinarî e straordinarî, di cui dispone chi detiene il potere per conseguire i fini inerenti, o no, alla carica ricoperta: la conquista delle l. del potere. b. Nelle armi da fuoco portatili, e in partic. in moltissime carabine americane del secolo 19°, dette appunto a leva, il guardamano forgiato in maniera che vi si possano infilare tre dita (medio, anulare, mignolo) della mano destra per poter azionare il movimento della ripetizione. c. Arnese a forcella che serviva per tendere l’arco delle balestre, per questo dette a leva. 3. a. In chirurgia ortopedica, strumento ad asta piatta per l’estrazione di frammenti ossei, per la riduzione operatoria di fratture o lussazioni, o per la rimozione di viti o chiodi per osteosintesi. b. In odontoiatria, sorta di scalpello per l’estrazione delle radici dentarie. c. In ostetricia, strumento per l’estrazione del feto dal canale del parto. 4. L. ottica, dispositivo ottico utilizzato in varî strumenti di misurazione per la valutazione di piccoli spostamenti mediante la loro amplificazione: consiste in uno specchio girevole, opportunamente collegato a una asticciola i cui spostamenti devono essere amplificati, il quale riflette i raggi inviati da una sorgente luminosa su una scala graduata posta a conveniente distanza, cosicché ad un piccolo spostamento dell’asticciola (che provoca una lieve rotazione dello specchio) corrisponde uno spostamento del fascio di raggi che può essere anche migliaia di volte maggiore. 5. In zoologia, l. digitale, l’insieme delle tre falangi del piede del cavallo, che ha appunto funzione di leva per la distribuzione delle forze nella parte inferiore dell’arto. 6. Nelle tese di caccia e uccellagione, sistema di allettamento consistente in un’asticciola di legno che si alza e si abbassa mediante una cordicella, e alla quale è legato un uccello da richiamo; quando la leva si alza, l’uccello vola dando l’illusione di essere libero, richiamando così l’attenzione degli altri uccelli e invogliandoli a posarsi sulla tesa. 7. Nel linguaggio venatorio, l’azione di levare, di stanare cioè e far fuggire o alzare a volo la selvaggina; usato soprattutto nell’espressione cani da l., quelli che hanno il compito, scovata la selvaggina, di farla fuggire o volare. 8. Mare di l., onda di leva, espressioni con cui nel linguaggio marin. s’indicava un tempo l’ondulazione lenta, con onde lunghe e silenziose che vengono dal largo preannunciando un forte vento (oggi dette mare lungo, onda lunga). 9. Nello sport del judo, movimento di presa e torsione dolorosa di un arto dell’avversario. ◆ Dim. levétta, piccola leva, come strumento meccanico: la levetta dell’acceleratore a mano.