Investire

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investire


v. tr. [dal lat. investire «coprire con una veste, rivestire, circondare», nel lat. mediev. «mettere in possesso d’una dignità»] (io invèsto, ecc.). – 1. a. Mettere in possesso di un dominio, di una dignità, e, per estens., concedere una carica, un grado, affidare un mandato importante, riconoscere con certe formalità la facoltà di esercitare determinati diritti, e sim.: i. d’un feudo, di un beneficio ecclesiastico, di un titolo, di un’autorità, di un incarico; i. di pieni poteri, e più spesso nella forma passiva essere investito di pieni poteri, ricevere ampio mandato decisionale, o anche un potere assoluto. Nel linguaggio giudiziario e amministrativo, incaricare ufficialmente un’autorità di svolgere gli opportuni accertamenti in merito a un fatto e adottare provvedimenti di competenza: della questione è stata investita l’autorità giudiziaria; i. di una causa il giudice, iniziare un giudizio. b. rifl., fig. Investirsi della propria autorità, del proprio grado, e sim., mostrarsi pienamente consapevole e compiaciuto della preminenza e dei diritti che l’autorità o il grado conferiscono e comportarsi nei modi che si ritengono più confacenti alla propria funzione, con ostentazione talora provocatrice o ridicola. Estens.: investirsi di una parte, di un personaggio, detto di un attore o anche d’altre persone, recitar bene la parte, immedesimarsi nel personaggio che si rappresenta; investirsi di un affetto, di un sentimento altrui, intenderlo profondamente, intimamente, in modo da esserne quasi partecipe. 2. Impiegare utilmente risparmî (o somme in genere) in capitale o in imprese fruttifere, fare degli investimenti: i. grosse somme in case, in terreni, in azioni; i. il ricavato di una vendita in titoli di stato; chi aveva qualche quattrino da parte, l’investiva in pane e farina (Manzoni); anche assol.: dispone di centinaia di euro liquidi da investire. 3. a. Assalire con impeto, colpire con violenza: i. una fortezza, una piazzaforte, cingerla di stretto assedio o compiere contro di essa altre operazioni guerresche per costringerla alla capitolazione; i. le posizioni nemiche con carri armati; i. le colonne in marcia con raffiche di mitragliatrice; anche di persone singole: lo investì con una scarica di pugni. Estens. e fig.: furiose ondate investivano la banchina; fu investito da una violenta raffica di vento; le fiamme investirono l’ingresso; quando si affacciò alla finestra, lo investì l’urlo della folla; i. qualcuno con una tempesta d’insulti, d’improperî; iperb.: i. qualcuno di domande. b. Di un veicolo in moto, urtare violentemente un altro veicolo, travolgere una o più persone: il rapido ha investito un treno merci; ciclista investito e travolto da un’automobile; nella curva, la macchina è uscita di pista investendo la folla; anche rifl. recipr. (ma poco com.): due autotreni si sono investiti. Di nave, entrare in collisione con un’altra (più com. abbordare); o urtare violentemente (in seguito a falsa manovra o per forza di vento) contro un ostacolo: il bastimento investì il molo. 4. ant. Rivestire, coprire, anche (con riferimento a terreni) mettendo piante a coltura. 5. Nel linguaggio della psicanalisi (per traduz. del ted. besetzen, propr. «occupare», e in connessione con il sign. 4 di investimento), i. qualcuno, qualche cosa, o in qualcuno o qualche cosa, collegare con una componente o carica affettiva di vario genere (desiderio, nostalgia, malinconia, lutto) una rappresentazione o un oggetto; con uso intr., trasformare una rappresentazione indifferente in un’entità carica di valore affettivo, e portatrice, secondo Freud, di energia psichica. 6. ant. Con uso impers., essere bene investito a qualcuno, star bene, esserselo cioè meritato: non già perché io intenda ... di biasimare ciò che l’uomo fece o di dire che alla donna non fosse bene investito (Boccaccio).

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