Innocènte

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innocente


innocènte agg. e s. m. e f. [dal lat. innŏcens -entis, comp. di in-2 e nocens «dannoso, colpevole», part. pres. di nocere «nuocere»]. – 1. a. Non colpevole, privo di una determinata colpa morale o giuridica; soprattutto in posizione di predicato: essere, dichiararsi, protestarsi i., e riconoscere, dichiarare, proclamare i. (di una colpa, di un delitto, di un’accusa, di un’imputazione); l’imputato è stato assolto perché riconosciuto i.; spesso sostantivato: assolvere un i., condannare ingiustamente una i.; meglio assolvere un reo che condannare un i. (prov.). b. In senso assol., che non ha commesso alcun male, esente da colpe in genere: un giovane i.; far soffrire una popolazione i.; Innocenti facea l’età novella ... Uguiccione e ’l Brigata (Dante); e sostantivato: perseguitare degli innocenti. Per metonimia: un cuore, un’anima i.; macchiarsi di sangue i.; toccare le cose sacre con mani i., pure. 2. estens. a. Che non ha ancóra esperienza del male, privo di ogni malizia: un bambino, una ragazzina i.; l’età i., l’infanzia; spesso sostantivato, con riferimento soprattutto a bambini: ascoltare la voce, la preghiera di un i.; se non hai pietà di me, abbi pietà di questa piccola i.; modera il linguaggio, almeno per riguardo a questi innocenti. E riferito agli atti, in quanto manifestano l’innocenza, il candore, l’assenza di malizia che sono proprî dell’infanzia: un sorriso, uno sguardo i.; con espressione innocente. b. Ingenuo, o che tale vuole apparire: è i. come una colomba; spesso iron.: che vuoi che ne capisca lui, povero innocente! Più spesso riferito ad atti e parole, fatto o detto senza malizia, senza seconde intenzioni: una domanda i.; un gioco, uno scherzo i.; un bacio, una carezza innocente. c. Innocuo, che non fa male, riferito ad animali o, più raram., a cose: Pèra colui che primo osò la mano Armata alzar sull’i. agnella (Parini); son contenti di vivande semplici e di bevande più i. del vino (Muratori). 3. Come s. m., al plur.: a. Bambini, soprattutto nell’espressione strage degli i., la strage dei bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni, ordinata dal re Erode con l’intenzione di sopprimere tra essi il Messia (Matteo 2,16). b. Nell’uso pop. tosc., i bambini abbandonati dai genitori, oppure figli illegittimi, affidati a un ospizio e qui allevati: è un ragazzo allevato nell’ospizio degli i.; lo Spedale degl’I., a Firenze, nella piazza della Ss. Annunziata, celebre per l’architettura del Brunelleschi e per la decorazione robbiana. ◆ Dim. innocentino, per lo più sostantivato e con intonazione iron.: non fare l’innocentina, non fingere di non sapere niente (per un’accezione partic., v. innocentino); accr. innocentone, come sost. (f. -a), anch’esso in tono iron.: bisogna credere a quell’innocentone! ◆ Avv. innocenteménte, senza malizia o malanimo o intenzione di nuocere: l’ho fatto, l’ho detto innocentemente; sono certo che ha agito innocentemente; più raro, senza colpa o responsabilità: tu se’ ... il rifugio di quelli che sono innocentemente tribolati (Firenzuola).