Infànzia

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infanzia


infànzia s. f. [dal lat. infantia, der. di infans -antis «infante1»]. – 1. a. La prima età dell’uomo, che in passato, in senso generico, si faceva giungere sino all’acquisizione dell’uso completo della parola, e oggi comunem. si fa partire dalla fine del periodo neonatale e si divide in prima i. (primi due anni), seconda i. (dai 2 ai 6 anni), terza i. (dai 6 anni all’inizio dello sviluppo puberale): i giochi, le malattie dell’i.; durante l’i., sin dall’i.; essere nell’i.; uscire dall’infanzia; ho avuto una i. fortemente, esclusivamente bellica: sparavo tra gli arbusti in cerbottane fatte all’ultimo momento, mi acquattavo dietro le rade macchine posteggiate facendo fuoco col mio fucile a ripetizione (U. Eco). b. In senso concr. e collettivo, coloro che sono nell’età infantile, i bambini in genere; l’educazione dell’i.; asili, provvidenze per l’i. abbandonata; protezione dell’i.; letteratura per l’i., rivolta ai bambini e ai ragazzi; scuola dell’infanzia, istituto di educazione prescolastica di durata triennale, destinato ai bambini di età compresa fra i tre e i sei anni, in passato chiamato anche giardino d’infanzia o scuola materna. 2. fig. a. I primi tempi dello sviluppo, le prime prove ancora immature di una civiltà, di un’arte, ecc.: l’i. dell’umanità; l’i. della poesia, della pittura; l’i. di una lingua. b. Nella teologia cattolica, i. spirituale, stato di vita ascetica che presenta le virtù considerate tipiche dell’infanzia (per es., innocenza, semplicità), in relazione con l’ammonimento evangelico di farsi fanciulli per possedere il Regno dei cieli.