Inèrzia

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inerzia


inèrzia s. f. [dal lat. inertia, der. di iners -ertis «inerte»]. – 1. La condizione e la qualità di chi è inerte, come tendenza abituale procedente da pigrizia, da indolenza, da torpore spirituale: è di un’i. deplorevole. Più genericam. e con sign. oggettivo, stato di inazione, d’inoperosità, volontaria o dovuta a cause di forza maggiore: languire, marcire nell’i.; popolazioni che vivono in un perpetuo stato d’i.; la frattura del femore l’ha costretto per un mese all’i. assoluta; giacere in un’i. forzata; abbandonarsi all’i.; uscire, scuotersi dall’inerzia. Specificando: i. fisica, i. mentale, i. spirituale. 2. Stato di quiete, d’immobilità. In partic.: a. In fisica, la tendenza della materia a non modificare il suo stato di quiete o di moto; più precisamente, per il principio d’i., ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme e rettilineo a meno che non sia costretto dall’intervento di una forza a mutare quello stato. Forze d’i., le forze fittizie (o apparenti) che intervengono nel moto di un corpo in un sistema di riferimento non inerziale a causa del moto accelerato di questo. Momento d’i., v. momento, n. 7 b; ellissoide d’i., v. ellissoide. Nella tecnica, sono detti a inerzia dispositivi e apparecchi nel cui funzionamento sono opportunamente sfruttati momenti d’inerzia o forze d’inerzia. Nell’uso com., andare avanti per i. (o per forza d’i.), di persone o di cose che proseguono nel loro moto o nella loro azione senza intervento di alcuna forza attiva o più spesso perché non interviene nulla che ne ostacoli il movimento, l’azione; la frase è spesso detta con tono d’amarezza da chi avverte di non avere volontà sufficiente per mutare una situazione in cui si sente a disagio, o persiste in un’attività faticosa e spiacevole per sola abitudine. b. In medicina, stasi funzionale, totale o parziale: i. di un organo; i. uterina, l’incapacità dell’utero a espletare il parto per deficienza o per assenza delle contrazioni della muscolatura dell’organo.