Grànulo

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granulo


grànulo s. m. [dal lat. tardo granŭlum, dim. di granum «chicco»]. – 1. In genere, piccolo grano, granello; sono detti, per es., granuli, o anche grani, gli elementi, distinguibili per lo più anche a occhio nudo, di cui risultano costituiti taluni materiali compatti (come il granito) e anche gli elementi costitutivi di materiali sciolti (come la sabbia). In farmacologia, granuli, preparazione farmaceutica in forma di piccole pillole da 3 a 5 cg di massa, contenenti dosi minime di farmaci molto attivi (per es., stricnina, atropina, digitalina, ecc.). In botanica è spesso sinon. di granello: g. pollinico, g. di amido. 2. a. In citologia e batteriologia, ciascuno dei corpuscoli di varia natura che si trovano nell’interno delle cellule (g. di secrezione, g. di vitello), e possono essere naturalmente colorati (granuli di pigmento) oppure incolori; g. basale, centriolo alla base di ciglia o flagelli, sinon. di blefaroplasto. b. In istologia, varietà di cellule nervose della corteccia cerebellare, di piccole dimensioni con citoplasma scarso. 3. In astronomia, granuli del Sole (detti anche grani di riso), nuclei brillanti dalla vita di qualche minuto che, continuamente rinnovandosi e in continuo movimento, sono visibili sulla superficie solare; corrispondono a macchie del diametro di 200-1500 km, e sono interpretati come le estremità di colonne di gas che si innalzano dalle zone sottostanti alla superficie solare stessa. 4. In fisica, granulo di energia, locuz. espressiva ma non scientifica equivalente a quanto di energia.

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