Graffiare

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graffiare


v. tr. [prob. der. del longob. *krapfo «uncino» (cfr. graffio1)] (io gràffio, ecc.). – 1. a. Lacerare la pelle con le unghie più o meno profondamente: la sorellina gli ha graffiato la guancia; il gatto lo graffiò a una mano; Cerbero ... Graffia li spirti ed iscoia ed isquatra (Dante); anche con riferimento ad altri oggetti appuntiti che producano sulla pelle lesioni analoghe: lo graffiò con la punta del temperino; un rovo mi ha graffiato il viso. Con la particella rifl., in funzione di compl. di termine: per la disperazione si graffiava il petto; cadendo su un sasso, mi sono graffiato il ginocchio; come vero e proprio rifl., prodursi delle graffiature: bisogna mettere i guantini al bambino, sennò si graffia; come hai fatto a graffiarti così?; con valore reciproco: le due bambine litigavano graffiandosi e tirandosi i capelli. b. Per estens., produrre incisioni, graffî e sim. su una superficie, sia con le unghie sia con altri oggetti appuntiti: g. i muri, le pareti, il piano di un tavolino; senti come graffia il tuo pennino! (più com. raschiare); nell’intr. pron., riportare graffî, incisioni, scalfitture: questo tavolino si è già tutto graffiato. 2. fig. a. Attaccare, criticare con parole aspre e pungenti: è invidiosa e pettegola, e graffia volentieri le sue amiche. b. fam., non com. Rubare, sgraffignare: aveva tentato di graffiarle la borsetta; riuscì a g. due mele dal carretto. ◆ Part. pres. graffiante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. graffiato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).

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