Governo-penombra

Neologismi (2008)

governo-penombra


(governo penombra), loc. s.le m. Direzione politica esercitata attraverso canali riservati, privi di ufficialità; con riferimento all’istituzione del «governo ombra», dalla quale intende distinguersi, gruppo di politici, appartenenti alla maggioranza che sostiene il governo in carica, che assume un atteggiamento critico nei confronti delle scelte governative. ◆ Per venti giorni non abbiamo sentito gridare: al lupo! Contro i comunisti. Ma neppure contro [Silvio] Berlusconi. Il quale, non a caso, ha preferito il silenzio compunto. Rinunciando ai proclami e alla bandana. E ha ceduto il centro della scena al più defilato, al più mimetico – al più andreottiano – fra i suoi collaboratori e amici. Gianni Letta. Il capo del «governo-penombra» che ha gestito questa emergenza nazionale. (Ilvo Diamanti, Corriere della sera, 3 ottobre 2004, p. 1, Prima pagina) • [tit.] Gli esclusi / E la Mussolini vara il governo «penombra» [testo] Dopo il Governo ombra del Pd, arriva l’Esecutivo «penombra». A vararlo è Alessandra Mussolini, leader di Azione sociale, alleata del Pdl rimasta fuori dalla distribuzione dei posti ministeriali del nuovo Governo di [Silvio] Berlusconi. (Sole 24 Ore, 11 maggio 2008, p. 10, Politica e società) • [Alfredo] Mantovano, dunque. Come stanno le cose dovrà dimettersi dal «governo penombra»: quello, ancorché virtuale, ideato da Alessandra Mussolini, segretario di Azione sociale, dopo la nascita da parte di Walter Veltroni del «governo ombra». Mantovano, per la nipote del duce, sarebbe stato il titolare del Viminale. (Lello Parise, Repubblica, 13 maggio 2008, Bari, p. V).

Composto dal s. m. governo e dal s. f. penombra.