Giurare

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giurare


v. tr. e intr. [lat. iūrare, der. di ius iuris «diritto»; propr. «pronunciare la formula rituale»] (con uso intr. o assol., aus. avere). – 1. a. Seguito da prop. oggettiva, affermare, attestare, promettere con giuramento: giurava di essere innocente; giurami che non lo farai più; te lo giuro!, con riferimento a quanto attestato subito prima: da ora in avanti righerò dritto, te lo giuro; giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, formula di giuramento dei testimoni a un processo. Usato assol., prestare giuramento: i soldati hanno giurato davanti al generale; domani i nuovi ministri giureranno nelle mani del presidente della Repubblica. Con varie determinazioni: g. dinanzi a Dio, nel nome di Dio; g. sui Vangeli, sulla Bibbia, sull’altare; ant., g. al cielo, g. a Dio; giuro sul mio onore, sulla testa dei miei figli, sulla memoria di mio padre; ti giuro in coscienza di galantuomo; per le nove radici d’esto legno Vi giuro che già mai non ruppi fede Al mio segnor (Dante). b. Con sign. attenuato, nella 1a pers. dell’indic. pres., serve spesso a rafforzare un’affermazione, quando sembri che altri possa dubitare delle nostre parole: ti giuro che è così come dico; è quindi sinon. più efficace di affermare, assicurare, promettere: ti giuro che non ne ho colpa; giuro che mi vendicherò. Per estens., non poter g. su una cosa, non esserne assolutamente certo: credo che l’appartamento sia già stato affittato, ma non potrei giurarlo (o non potrei giurarci o non ci giurerei); g. sulla parola di uno, avere fede cieca in lui: sarei pronto a g. sulla sua parola; g. in verba magistri (lat. «sulle parole del maestro»), affermare una cosa sull’autorità del maestro o di altra persona in cui si crede ciecamente. 2. a. Con compl. oggetto, promettere vincolandosi con giuramento: g. amore, fedeltà, odio, vendetta, obbedienza alle leggi, ecc. (con altro senso, g. il vero, g. il falso, asserire con giuramento cosa che risponde, o non risponde, a verità); fam., giurarla a uno, fare fermo proposito di recargli offesa o danno, soprattutto per vendetta. b. ant. G. una donna, impegnarsi con giuramento a sposarla: tolsela per moglie lasciando quella che aveva tolta e giurata (Compagni); riferito alla donna, giurarsi a un uomo, promettersi in sposa. ◆ Part. pass. giurato, anche come agg. e sost. (v. la voce).