Ginòcchio

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ginocchio


ginòcchio s. m. [lat. genŭcŭlum per il class. genĭcŭlum, dim. di genu «ginocchio»] (pl. -chi, e con valore collettivo nel sign. proprio, le ginòcchia). – 1. a. Nell’uomo, la regione dell’arto inferiore in cui si compie l’articolazione tra coscia e gamba; prende esternamente la forma degli elementi anatomici con cui avviene l’articolazione: nella parte anteriore, la rotula al centro e due rilievi laterali costituiti dai condili femorali, che ruotano sui corrispondenti condili del capitello della tibia; altri elementi dell’articolazione (nei due suoi movimenti, di flessione e di estensione) sono la capsula articolare, i due menischi e i varî legamenti: si sentì simile a un dio il centrattacco vittorioso, mentre tornava, coi g. sanguinanti e le scarpe squarciate, alla testa d’un esercito di compagni inebriati (Bufalino). Locuzioni: piegare, flettere un g., le ginocchia; sentirsi piegare le g., per debolezza o paura (fig., piegare le g., umiliarsi, fare atto di sottomissione); in ginocchio, come locuz. avv., per indicare la positura della persona che si regge sulle ginocchia piegate a terra, per devozione, per punizione, per atto di preghiera, di sottomissione, di umiltà: stare in g., mettersi in g., buttarsi in g.; mettere in g., vincere, abbattere l’avversario: si usa sia nel sign. proprio, per es. nel linguaggio sportivo, sia in senso fig.; cadere o gettarsi alle g. di qualcuno, inginocchiarglisi davanti per manifestargli riconoscenza o per implorare una grazia, il perdono. Modi prov.: l’avvenire giace sulle g. di Giove, è incerto, è nelle mani di Dio (riecheggia l’espressione omerica ϑεῶν ἐν γούνασι κεῖται «è sulle ginocchia degli dei»); fa venire il latte alle g., a proposito di persona o cosa estremamente lenta, che annoia, che dà grande fastidio. b. La parte dei calzoni che copre il ginocchio: hai i g. tutti consunti; mettere una toppa, un rinforzo al ginocchio. c. Piegatura, curvatura che ricorda la forma di un ginocchio flesso, in espressioni come: piegare, curvare a g., formare un g., e sim. 2. Nei bovini e negli equini, l’articolazione dell’avambraccio con il metacarpo (stinco): corrisponde quindi alle ossa del carpo, e non è omologo al ginocchio né al gomito dell’uomo, bensì all’articolazione del polso (la corrispondente articolazione dell’arto posteriore dei quadrupedi si chiama garretto). 3. Nel linguaggio marin.: a. La zona centrale del remo, dove esso ruota, e che si appoggia alla scalmiera. b. Nelle navi in legno, il primo elemento del secondo ordine di ciascuna ossatura, che dalla mezzeria si prolunga oltre il madiere fino alla metà del primo scalmo; il termine è usato anche per indicare, genericamente, la parte curva in cui la murata si unisce al fondo della carena. 4. Nelle costruzioni civili, trave a ginocchio (o a gomito), la trave, per lo più in cemento armato, che porta la rampa di una scala e i pianerottoli. ◆ Dim. ginocchiétto (v.), ginocchino (v.), e con sign. più specifici ginocchièllo (v.); accr. ginocchióne.

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