Gèsso

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gesso


gèsso s. m. [lat. gypsum, dal gr. γύψος]. – 1. Minerale monoclino, solfato di calcio biidrato, limpido e incolore se puro, con struttura molto varia: a grandi cristalli con perfetta sfaldabilità e lucentezza vitrea nella varietà selenite o specchio d’asino; fibrosa, a lucentezza madreperlacea nella varietà sericolite; o in masse granulari, lamellari, compatte, come nell’alabastro gessoso. È il più comune dei solfati naturali e può trovarsi in masse tali da costituire roccia, originatesi per deposito chimico o per evaporazione in seno ad acque marine o salmastre, per cui è spesso associato a salgemma, marne, argilla, calcari. 2. Materiale legante e per manufatti che si ottiene dalla cottura e macinazione di comune roccia gessosa (pietra da gesso), usato anche nella gessatura dei terreni, dei vini, nella preparazione della carta, del cemento, ecc. In partic.: a. Bastoncino costituito dal minerale macinato e pressato, addizionato o no di collante e coloranti, con il quale si scrive sulla lavagna e altrove: a Carlo re di Francia fu licito pigliare la Italia col g. (celebre frase del Machiavelli, Il Principe, XII, 3), cioè segnando col gesso di tappa in tappa gli alloggiamenti per le sue truppe. b. Cubetto dello stesso materiale dei bastoncini precedenti, usato dai giocatori di biliardo per sfregare la punta della stecca allo scopo di aumentarne l’attrito d’urto sulla palla e rendere quindi più efficaci i colpi. c. Nelle arti figurative, materiale (detto anche g. a pronta presa, g. da stucco, scagliola, g. da forma) con cui si fanno forme per riproduzioni, calchi di sculture, stucchi, modelli e sim.: lavori di gesso; modellare in, col g.; statue, figurine di g.; pipa di g.; fig. (poco com.), essere come una statua di g., mostrarsi impacciato nei movimenti, non sapersi muovere e atteggiare con garbo; rimanere di g., restare immobile, attonito per lo stupore (più com. di stucco). d. Nell’arte muraria: g. da muratore, gesso cotto fra i 200 e i 250 °C, a presa lenta; g. idraulico, gesso cotto a 800-1000 °C, a presa lentissima, che raggiunge però un buon indurimento; g. morto, gesso disidratato a 600 °C, che ha perduto la possibilità di reidratarsi e viene usato come sottofondo in alcuni tipi di pavimentazione. e. Carta a gesso, altro nome, oggi meno com., della carta patinata (v. patinato). 3. Opera d’arte modellata e riprodotta in gesso: museo dei g.; sala dei g., nelle Accademie di Belle Arti; copiare dal g.; il g. del Mosè di Michelangelo, del san Giorgio di Donatello. 4. In medicina, e anche nel linguaggio com., il termine è usato per indicare l’apparecchio gessato: mettere (e avere) un braccio, una gamba in g.; fare un g., eseguire un bendaggio gessato; tagliare, rimuovere un g.; immobilizzazione in gesso. ◆ Dim. gessétto (v.) e, con altro sign. non com., gessino, figurina modellata in gesso: un venditore di gessini.

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