Generale¹

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generale1


generale1 agg. [dal lat. generalis, der. di genus -nĕris «stirpe, genere»]. – 1. Che concerne il genere, e non la specie o l’individuo (contrapp. perciò a speciale, particolare). Quindi, nell’uso com.: a. Che si riferisce a tutto un insieme di persone o abbraccia tutto un ordine di fatti: principî, norme, regole g.; possedere cognizioni g.; fare considerazioni g. (senza scendere cioè a particolari); trattato g. di una scienza, che ne esamina tutte le parti (in partic., specificando la materia di tali trattati, chimica g., fisica g., ecc.); indice g., di tutti i volumi di un’opera o, in un volume che abbia più indici particolari, l’indice complessivo di tutta la materia; rendiconto g., di tutta l’amministrazione; confessione g.; perdono g., concesso a tutti; condono, amnistia g.; benessere, malessere g., di tutte le parti del corpo, o della collettività sociale, nazionale o internazionale. b. Che è fatto col concorso o la partecipazione di tutta una categoria di persone: consiglio, adunanza, discussione g.; elezioni g., a cui son chiamati tutti gli elettori; capitolo g., nelle congregazioni religiose, quello a cui intervengono tutti i frati dell’ordine; sciopero g., a cui partecipano tutte le categorie di lavoratori; è stata una protesta g.; a richiesta g. lo spettacolo sarà ripetuto. c. Che è comune a tutti, o alla maggior parte delle persone: uso, opinione g.; ottenere l’approvazione, il consenso g.; ormai il malcontento è generale. 2. Che abbraccia l’insieme di un servizio, di un’amministrazione: Comando g.; Stato maggiore g.; quartiere g.; Direzione g. delle Poste. Quindi, nelle gerarchie e riferito a persona, che costituisce o occupa il grado più alto: direttore, segretario, console, vicario, procuratore g., ecc.; anche nelle gerarchie ecclesiastiche: Padre g., Madre g. (v. generale2). Nella gerarchia militare, indica la categoria più elevata tra quelle in cui sono suddivisi gli ufficiali (ufficiali g., cui seguono, in ordine decrescente, gli ufficiali superiori e gli ufficiali inferiori); originariamente, era qualifica che si aggiungeva alla designazione di un grado per conferire a uno dei titolari superiorità sugli altri pari grado: capitano g., colonnello g., ecc.; in seguito si formò la categoria degli ufficiali g. con le seguenti denominazioni dei gradi in ordine crescente – (alcune delle quali sono in uso ancor oggi per i corpi tecnici) –: brigadiere g., tenente g., capitano g. (e di qui, per ellissi, l’uso di generale come s. m.: v. generale2). 3. Sostantivato: a. Con valore collettivo, il g. degli uomini, delle persone presenti, la totalità o la maggior parte. b. Con valore neutro, ciò che ha carattere generale: distinguere il g. dal particolare. c. Nel femm., la g. (cioè l’adunata generale), nelle frasi ant. battere la g., suonare la g., dare col tamburo o con altro segnale ai soldati l’ordine di riunirsi per la partenza o per raggiungere il posto di combattimento. d. Nel femm. plur., in un discorso, in una relazione e sim., stare, tenersi, restare sulle g., parlare in modo generico, senza spiegarsi interamente e senza discendere ai casi particolari e concreti. 4. Locuz. avv. in generale, in modo generico, per sommi capi, senza specificare: esporre, discorrere, parlare in g.; o per lo più, d’ordinario, dalla maggior parte delle persone: in g. è così; in g. si guarda alle apparenze; ant., con gli stessi sign., al generale: le pulcelle, al g., sono timide (Boccaccio). ◆ Avv. generalménte, in modo generico, da un punto di vista generale: trattare un argomento generalmente; generalmente parlando ...; nella maggior parte dei casi, dai più: è un’opinione generalmente accolta; l’uomo onesto in faccia al malvagio, piace generalmente immaginarselo con la fronte alta (Manzoni); solitamente, quasi sempre: è una cura che generalmente ha esito positivo.