Fucile

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fucile


(ant. focile) s. m. [lat. *focile «acciarino», der. di focus «fuoco»]. – 1. ant. Acciarino: archibugio a fucile (di qui, per ellissi, il sign. seguente). 2. a. Arma da fuoco portatile individuale, munita di un meccanismo di caricamento e sparo, costituita da una canna di acciaio fissata longitudinalmente su un fusto di legno (cassa) che si prolunga posteriormente in un’espansione (calcio) adattata per l’appoggio sulla spalla del tiratore: portare il f. ad armacollo, a bracciarm, a bilanciarm; imbracciare, scaricare il f.; sparare un colpo di f.; a un tiro di f. (più com. di schioppo), come misura approssimativa di distanza non grande; per metonimia, un buon f., un buon tiratore. Con determinazioni partic.: f. a retrocarica, quello in cui il proiettile viene introdotto nella canna posteriormente, dalla parte della culatta, in contrapp. agli antichi tipi di f. ad avancarica, diffusi fino alla metà dell’Ottocento, che venivano caricati anteriormente, dalla parte della bocca; f. a serpentino, in uso fino al sec. 17°, nel quale l’accensione della polvere era provocata dalla combustione di una corta miccia alloggiata in una leva a forma di serpe o draghetto; f. a ruota, f. a pietra focaia, in uso dal sec. 15° al sec. 19°, i cui meccanismi di accensione ad acciarino producevano scintille mediante sfregamento di una scaglia di selce; f. ad ago, inventato all’inizio del sec. 19°, a retrocarica, che impiegò per primo un sistema di otturatore, il cui percussore era costituito da un sottile stelo di acciaio (ago) che andava a colpire l’innesco di una particolare cartuccia (cartuccia ad ago); f. a caricamento successivo, nel quale di volta in volta occorre introdurre a mano una cartuccia nella canna; f. a caricamento multiplo, quello che accoglie in un serbatoio, generalmente ricavato sotto la canna o nella cassa, un certo numero di cartucce che vengono spinte una alla volta nella camera di scoppio dal movimento dell’otturatore; f. a ripetizione semplice, in cui i movimenti di estrazione, caricamento e armamento sono eseguiti a mano (f. a leva, a cilindro scorrevole e girevole, a pompa); quando parte dell’energia dei gas di scoppio viene sfruttata per eseguire tali operazioni, si parla di f. a ripetizione automatica, detto più propriamente f. automatico (o f. mitragliatore) quando effettua il tiro a raffica mediante pressione continua del grilletto; f. a cannocchiale, con apparecchio ottico sulla canna atto a facilitare la mira; f. da tirassegno, f. da gara, fucile a palla, con canna generalmente rigata, di grande precisione; f. da guerra, a impiego esclusivamente bellico, come il f. modello ’91, fucile a ripetizione semplice con cilindro otturatore scorrevole e girevole di cui fu dotato l’esercito italiano dal 1891 (e rimasto in uso, con successive modifiche e perfezionamenti, fino alla 2a guerra mondiale), il f. d’assalto (traduz. del ted. Sturmgewehr), moderno tipo di arma automatica, che, in dotazione a reparti speciali delle forze armate, unisce alla maneggevolezza del mitra la precisione e la potenza di fuoco del fucile mitragliatore, e il f. lanciagranate, a caricamento speciale, in cui tutta l’energia dei gas di scoppio viene sfruttata per lanciare una granata, fissata sul vivo di volata della canna; f. da caccia, a canna liscia con cartucce contenenti pallini di piombo di varia grandezza, distinto in f. a cani esterni, di solito a due canne, accoppiate orizzontalmente una accanto all’altra (doppietta), o verticalmente (f. a canne sovrapposte o assol. f. sovrapposto), e in f. a cani interni o senza cani, più moderno. b. Per analogia, nome di altre armi che hanno alcune caratteristiche comuni con il fucile propriamente detto: f. a gas, f. pneumatico, fucile per il tiro al bersaglio, che scaglia proiettili (piumini, piombini e pallini) utilizzando la forza propulsiva dell’aria o di un gas (per es., l’anidride carbonica) compressi; f. ad aria compressa, per tirassegno e, in tipi di potenza limitata, anche come gioco per ragazzi; f. subacqueo, fucile usato nella caccia subacquea, che lancia una piccola fiocina sfruttando l’energia di una molla, di un elastico o di gas compressi. 3. F. fotografico, denominazione del primo apparecchio per la cronofotografia, in grado di procurare la visione di un oggetto in movimento scomposto in una serie di immagini. 4. Nel linguaggio medico, arti a cane di fucile, atteggiamento del corpo in cui gli arti inferiori sono flessi come il cane di un fucile (cosce sul bacino e gambe sulle cosce), caratteristico delle sindromi meningee e dovuto a contrattura dei muscoli flessori. ◆ Dim. fucilino, fucilétto, fucilùccio; accr. fucilóne; pegg. fucilàccio.

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