Espoṡizióne

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esposizione


espoṡizióne (ant. spoṡizióne) s. f. [dal lat. expositio -onis, der. di exponĕre «esporre», part. pass. exposĭtus]. – 1. a. L’esporre, spiegazione, interpretazione, riferimento, narrazione ordinata: fare un’e. dei fatti, delle circostanze, dei proprî concetti; e. di una scienza, di una dottrina; e. di un passo d’autore; il modo di esporre: e. chiara, lucida, breve, sommaria, fedele; anche il discorso o lo scritto in cui si espone: leggere un’e. degli avvenimenti. Nella retorica classica costituiva (insieme con l’invenzione e l’elocuzione) uno dei tre momenti della composizione di un discorso o di uno scritto. b. E. finanziaria (o economico-finanziaria), discorso con cui il ministro competente presenta al parlamento il nuovo bilancio di previsione dello stato e il rendiconto generale dell’esercizio precedente. c. In un componimento musicale sinfonico o cameristico, specialmente se scritto in forma-sonata, la prima parte, nella quale sono esposte le principali idee tematiche, che nelle parti successive, dette sviluppo e ripresa, saranno svolte e riproposte con eventuali variazioni, abbellimenti, ecc. 2. a. L’atto, il fatto di esporre alla vista, di presentare, di mettere in mostra, o, più genericam., di mettere fuori, e il tempo durante il quale l’oggetto rimane esposto: e. della bandiera; e. del Ss. Sacramento, delle reliquie; e. del neonato, forma di abbandono del neonato, diffusa fin da tempi molto antichi e ormai in disuso, consistente nel depositare il neonato sulla pubblica via, di solito davanti a una chiesa, a un convento, a un brefotrofio, perché fosse raccolto e quindi allevato dalla pubblica o privata assistenza; e. del cadavere, per l’estremo saluto o perché venga identificato. b. In etnologia, e., o sepoltura per e., complesso di diverse usanze funerarie, consistenti nella semplice deposizione della salma sul terreno (abbandono), oppure nella deposizione o lancio di essa in mare, corsi d’acqua, ecc. (immersione), o infine nella collocazione del cadavere su apposita piattaforma rialzata dal suolo (sopraelevazione). c. L’atto, e l’effetto, di esporre un corpo, un oggetto, una superficie all’azione di radiazioni: e. ai raggi del sole; i rischi di una prolungata e. ai raggi X. In radiologia, il rapporto tra la carica elettrica totale di tutti gli ioni di un segno prodotti in una determinata massa d’aria per effetto di una radiazione ionizzante, e la massa d’aria stessa; ha come unità di misura SI il coulomb a chilogrammo (C/kg). d. In fotografia, l’atto e l’effetto di esporre del materiale sensibile, cioè di far sì che una pellicola, una lastra, una carta sensibile siano impressionate dalla luce; tempo di e. (o tempo di posa), l’intervallo di tempo durante il quale l’otturatore di una macchina fotografica resta aperto (variabile in genere da qualche secondo a 1/1000 di secondo), oppure la lampada di un ingranditore resta accesa, determinando l’esposizione (nel caso che l’esposizione sia eccessiva o troppo scarsa si parla, rispettivamente, di sovraesposizione e sottoesposizione). 3. a. In geografia, la collocazione di un sito rispetto ai punti cardinali, che ha soprattutto importanza come fattore climatico: e. a mezzogiorno, a levante, a ponente, a mezzanotte. In edilizia, e. di un ambiente, l’orientamento rispetto ai punti cardinali dell’asse delle finestre di un edificio; per estens., il complesso delle condizioni di luminosità, di riscaldamento, umidità, ecc., che derivano agli ambienti dall’orientamento medesimo: casa con buona esposizione. b. In alpinismo, la caratteristica di una via di arrampicata, o di un passaggio, che siano aperti sul vuoto. 4. Mostra pubblica, talvolta anche periodica o permanente, dei prodotti del lavoro o dell’arte in un dato campo: fare, organizzare un’e.; partecipare a un’e.; e. di quadri, di statue, di arte decorativa; e. industriale, di prodotti agricoli, di prodotti artigianali; e. universale, a cui partecipano industriali, commercianti, artisti di varie nazioni. Anche il fabbricato o il complesso di fabbricati destinato a ospitare mostre di qualsiasi genere: palazzo dell’e.; andare all’esposizione. 5. Nel linguaggio comm., e. debitoria, l’insieme delle obbligazioni pecuniarie che una impresa ha verso terzi, sia come debitrice principale, sia come girante, avallante o garante; e. bancaria, il complesso dei crediti dalla banca concessi alla propria clientela e quindi il rischio in atto, anche indiretto.