Eṡèrcito

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esercito


eṡèrcito (ant. essèrcito) s. m. [dal lat. exercĭtus -us, in origine «esercizio», der. di exercere «esercitare»]. – 1. a. Il complesso delle forze armate di uno stato: l’e. italiano; la formazione di un e.; guidare l’esercito. In senso più ristretto, e oggi più com., le forze militari terrestri, distinte dalle forze militari che operano sul mare (marina) e nell’aria (aeronautica). b. Il termine si adopera talvolta con sign. più ristretto per indicare una parte considerevole dell’esercito vero e proprio, che formi un tutto organico operante in una determinata zona: e. di occupazione; l’e. delle Alpi, del Reno; o per indicare un organismo militare costituito di truppe agli ordini di un comandante, che, spec. in certi periodi storici, potevano anche essere prive di struttura omogenea, di fusione, di uniformità. Esercito di Franceschiello (nomignolo con cui era chiamato Francesco II di Borbone re di Napoli), frase tra iron. e scherz. con cui spesso si allude all’esercito borbonico male organizzato e mal diretto, e, estens., a ogni gruppo di uomini, militari o no, privi di organizzazione, di compattezza e di forza, destinati perciò a essere rapidamente sconfitti o dispersi. 2. Usi fig.: a. Nel linguaggio eccles. o poet., l’e. celeste, le schiere degli angeli e dei santi; l’e. infernale, le schiere dei diavoli e dei dannati; nel linguaggio biblico, Dio degli e., espressione che traduce il lat. Deus sabaoth, propriam. «Dio delle schiere angeliche» (usata talora anche in altri sensi). Con riferimento alla Chiesa militante: l’e. dei credenti, il complesso dei fedeli; L’essercito di Cristo, che sì caro Costò a rïarmar (Dante). b. E. della salvezza, organizzazione religiosa evangelica, fondata da W. Booth (1878), e informata a uno spirito di rigorosa disciplina militare, che si propone un’opera di redenzione cristiana rivolta specialmente ai poveri e ai diseredati. c. Nella teoria dell’accumulazione capitalistica di K. Marx, e. industriale di riserva, locuz. che designa l’insieme dei disoccupati, cioè la forza lavoro non occupata, i cui movimenti, in aumento o in diminuzione, determinati dal processo di accumulazione stesso, determinano a loro volta i movimenti (rispettivam., in diminuzione o in aumento) del prezzo della forza lavoro occupata. 3. Per estens., grande moltitudine di persone, di animali o anche di cose (con riferimento, talora, alla disposizione più o meno ordinata, oltre che alla quantità): un e. di ricercatori lavora per salvare una vita umana (Alvaro); vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un e. di formiche? (Verga); spesso iperb.: un e. di camerieri, di creditori; un e. di gatti, di topi; accanto, su una tavola, l’e. schierato delle scarpe di casa (D’Azeglio). TAV.

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