Eṡasperare

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esasperare


eṡasperare v. tr. [dal lat. exasperare, der. di asper «aspro»] (io eṡàspero, ecc.). – 1. Rendere più aspro, più doloroso o gravoso: e. il male, la piaga, la pena; e. il dolore, la sofferenza. Fig., aggravare o rendere più intenso, portare a un limite estremo: e. uno stato di tensione, di stanchezza; il decadentismo esasperò certi motivi del tardo romanticismo. 2. Riferito a persone, irritare fortemente, provocare uno stato di grave risentimento fino al limite della sopportazione: e. i cittadini con eccessivi tributi; e. i sottoposti con prepotenze; il suo contegno e i suoi modi arroganti mi esasperavano; via, smettila, non mi esasperare! Intr. pron., esasperarsi, provare una sorda irritazione: mi esasperavo per l’inutilità dei miei sforzi. ◆ Part. pres. eṡasperante, anche come agg., che provoca un senso di forte irritazione: il treno procedeva con lentezza esasperante; fu una discussione esasperante; è esasperante quest’attesa; sei esasperante oggi! ◆ Part. pass. eṡasperato, anche come agg. (v. la voce).