Equivicino

Neologismi (2008)

equivicino


agg. Che si preoccupa di recepire e comporre con equanimità istanze contrapposte. ◆ Equivicino per vocazione (politicamente si definisce nel punto centrale di una immaginaria linea che va dal centrodestra al centrosinistra), [Gigi] Marzullo ha sempre praticato con lungimirante prudenza una intensa attività di pubbliche relazioni. (A[ntonello] Cap[orale], Repubblica, 5 maggio 2004, p. 7, Politica) • Cosa pensa di Bruno Vespa? «Mi riconosco nella definizione di Giuliano Ferrara: equivicino. Sbaglia chi lo considera il randello della maggioranza. Non ricordo una sua trasmissione non pluralista o irrispettosa della par condicio in senso lato. Certo, ha le sue simpatie. Ecco perché è “vicino”. Ma c’è anche l'“equi”» [Mario Landolfi intervistato da Paolo Conti]. (Corriere della sera, 30 aprile 2005, p. 13, Politica) • Il nuovo ministro degli Esteri Massimo D’Alema conia addirittura un neologismo, quando dice che nei confronti di israeliani e palestinesi l’Italia è «equivicina» (allungando così il brodo degli aggettivi ulivisti: condiviso, solidale, compatibile, ecosostenibile…). Il neologismo ha sùbito fortuna, e un altro esponente della sinistra sentenzia: «Mi sento equivicino al soldato rapito dai miliziani di Hamas e auspico che il nostro esecutivo esprima i suoi sentimenti di equivicinanza al governo di Israele». Poi il governo di Israele muove i carri armati, e l’equivicinanza si oscura, non è facile essere equivicini a un esercito blindato in marcia. (Fausto Gianfranceschi, Secolo d’Italia, 5 luglio 2006, p. 1, Prima pagina).

Composto dal confisso equi- aggiunto all’agg. vicino.

Già attestato nella Repubblica del 18 febbraio 1997, p. 7 (Umberto Rosso).